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Voglio comprare la casa di Carl Schmitt

L’amico Alessio Mulas mi segnala in anteprima mondiale (ancor prima delle gazzette crucche) che a Plettenberg è in vendita la casa in cui Carl Schmitt trascorse i suoi ultimi anni di vita.

Come noto, negli anni ’60 del secolo scorso il filosofo ribattezzò la magione “San Casciano” in onore dell’l’ultima casa-esilio di Macchiavelli.

Scrive la Faz:

«Schmitt trascorse giorni amari a Plettenberg. La prima Repubblica Federale lo ostracizzò, mentre per i sessantottini divenne il nemico [lol] per antonomasia. Come scopritore dell’inimicizia nel mondo, lamentava nei suoi diari, ora aveva l’opportunità di essere dichiarato nemico della razza umana.
[…] Plettenberg divenne un luogo di pellegrinaggio per una élite intellettuale spinta dal desiderio di incontrare un qualcuno che, nell’enigmaticità, nell’oscurità e nel mistero, non si era messo al servizio della nascente Repubblica Federale.
[…] Il bungalow, disadorno, in cui dal 1970 Schmitt ricevette i suoi ospiti, non possiede alcuna aura arcana. Trasuda semmai quel conservatorismo funzionalista che un antimoderno come Schmitt deve aver poco sopportato.

Ci si può domandare se sia stata la mancanza di denaro o il desiderio di nascondersi a spingere Schmitt ad acquistare la proprietà, e si potrebbe persino definire logico che ora sia messo in vendita per soli 240.000 euro. […] Forse la Carl-Schmitt-Gesellschaft prenderà atto dell’annuncio».

Ora, io ho messo via 50mila euro (e non lavoro da un anno perché come insegnante ho rifiutato il vaccino); il mio ultimo libro, La storia è un incubo dal quale sto cercando di svegliarmi (nel quale il saggio più lungo è dedicato proprio a Schmitt), pubblicato attraverso Satanamazon, mi ha fruttato circa mille euro; dunque non mi resta che dare alle stampe altri 190 titoli per poter acquistare la magione dello mio maestro e ’l mio autore.

In effetti si potrebbero scrivere almeno un paio di libri sul giurista di Plettenberg: uno sulle famigerate Antworten in Nürnberg (tradotte in italiano da Laterza tre lustri or sono e immediatamente uscite di catalogo), le risposte al processo di Norimberga dove alla domanda “Si sente superiore a Hitler?” il Nostro rispose “Dal punto di vista intellettuale, infinitamente” (Geistig unendlich überlegen gefühlt).

L’altro, invece, sulle stronzate opinioni controverse con cui Schmitt intortò il figlio di Werner Sombart, Nicolaus, tipo quell’idea tratta dal romanzo di Benjamin Disraeli (di cui il Nostro sfoggiava il ritratto sul proprio scrittoio) Tancredi o la nuova crociata che il cristianesimo è ebraismo per il popolo. So che in italiano è appena uscita una nuova edizione di Passeggiate con Carl Schmitt, ma qui la questione sarebbe di leggersi tutto il romanzo di Disraeli (mai tradotto, dico bene? Comunque sembra che Schmitt sia l’unica persona al mondo a esserselo ciucciato), tutto il Jugend in Berlin 1933-1943 di Sombart jr. e poi tirarci fuori un altro millino.

Alla fine siamo già a 188 titoli mancanti. Ma sì raga vedete che ce la posso fare

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