Voglio la libertà per andare alla banca e alla posta

Un anno fa affermavo che con il lockdown le nostre esistenze sono diventate uno spin-off del Processo Pacciani. Non sapevo saremmo giunti presto al “momento Vanni”, quello in cui nell’immensa ordalia in cui noi “no-vax” siamo stati coinvolti (in veste di mostri innocenti) ci sarebbe stato il divieto di recarsi alla banca e alla posta. Non sarà sfuggita l’inquietante coincidenza: da oggi 1° febbraio i non vaccinati che non si sottoporranno a un tampone non potranno più nemmeno ritirare una raccomandata o fare un prelievo superiore ai mille euro. Quelli che rifiutano la narrazione covidiota sono in pratica stati relegati dal ruolo di antagonisti (i Pacciani che scorrazzavano nelle zone rosse come selvaggi signori) a quello di -per quanto brillanti- comparse (i Vanni che in vestaglia anelano in pubblico a un improbabile ritorno del Veltro per liberarli dalla schiavitù plutodemocratica).

Difficile, greenpassati o meno, continuare a ripetersi, che eppur tutto va bene va proprio tutto bene, cioè raccontarsi da una parte che tutto questo abbia ancora qualcosa a che fare con un virus e dall’altra che il castello di carte crollerà da un momento all’altro. Non ci si può illudere: il mondo in cui siamo cresciuti probabilmente non esiste già più. Chi non accetta di farsi tatuare un marchio non potrà più comprare o vendere, né tantomeno godere dei propri fantomatici diritti civili.

Rimane comunque qualche attrito tra le varie congreghe che decidono i nostri destini: ci sono i fanatici del lockdown che adesso negano ogni efficacia ai sieri e i turbo-vaccinisti che si scagliano contro l’allarmismo invocando una sdrammatizzazione della propaganda. Un esempio tra i tanti del cedimento della narratsija sono le dichiarazioni a Repubblica dell’immunologo dell’Accademia dei Lincei Guido Forni, che in sostanza giunge ad affermare che questi vaccini “sfiniscono” il sistema immunitario e che rispetto a quelli “tradizionali” lo abituano a “eseguire un certo tipo di esercizi” lasciandolo quindi indifeso verso le eventuali varianti. L’unica “fortuna” è che l’antigene usato per questi vaccini stimolerebbe una risposta “blanda”: se ho capito bene, qualora tali medicamenti fossero efficaci la maggior parte dei vaccinati sarebbe già giunta a un esaurimento immunitario, ma siccome essi fanno piuttosto pena nel contrastare il virus, allora tutto bene quel che finisce bene…

Non che valga poi tanto la pena di continuare a evidenziare le anomalie, i paradossi e le assurdità di questa dittatura burocratico-sanitaria: ormai è scontato che i non vaccinati debbano davvero far la fine dei “sorci”. Sono ad ogni modo lieto (si fa per dire) che qualche amico in procinto di cedere si sia infettato e abbia potuto rimandare di pochi mesi la puntura: naturalmente questo non risolve alcunché, perché può darsi che da un giorno all’altro il Ministro si svegli e riduca la durata del Green Pass per i guariti, o li renda semplicemente non più validi. Ecco la natura del problema, per chi avesse ancora difficoltà a comprenderla.

Tra i motivi per cui ultimamente qualcuno si sia illuso che il “castello sta per crollare” si annovera l’accantonamento da parte dei media della “peste del XXI secolo” in favore della scontatissima rielezione di Mattarella a Presidente della Repubblica: il fanatismo con cui molti hanno seguito il teatrino è sintomo di un bisogno di politica che in qualche modo dovrà essere appagato. Del resto anche affermare, a torto o a ragione, che “non esiste soluzione politica” è fare politica. Altrimenti non si capirebbe come i giornalisti siano riusciti a scrivere pagine e pagine su un Romanzo Quirinale inesistente: nostalgia di bizantinismi catto-pluto-demo-cristiani a fronte del nulla cosmico di una Terza Repubblica già morta in fasce.

Per carità, anch’io mi sarei potuto divertire a commentare, per esempio, il “no” deciso dei piddini a Franco Frattini in nome dell’atlantismo e del mercato: un assordante coro all’unisono che forse solo qualche anno fa avrebbe avuto un velo pietoso di cui ammantarsi. Altro indice della putrefazione, la mancanza assoluta di pudore nel rivendicare i veri potentati a cui si obbedisce. Però insistere troppo sui risvolti internazionali sarebbe ancora un modo per dare dignità a una pantomima che non merita commento: tutti pronti col Mattarella-bis incostituzionale ma giustificato dal precedente Napolitano-bis (promemoria per chi pensa di poter uscire da una dittatura a colpi di incostituzionalità); Berlusconi che avanza la sua candidatura sperando che almeno Salvini “faccia il gesto”; i forza-italioti assetati di vendetta di fronte al solito cumulus enumerativo del leader leghista (la compulsione per gli elenchi ridondanti ha generato una lista infinita di “bruciati” uno dopo l’altro); il resto della compagine divisa tra un pilota automatico e l’altro (per i piddini si potrebbe parafrasare Orwell, “Tutti i politici ora devono essere tecnocrati, ma c’è chi è più tecnocrate di altri”), con il tocco di colore dei pentastellati che hanno proposto come candidato un uomo (anzi una donna) a capo dei servizi segreti (no comment, ma anche qui ritornano le osservazioni sulla “mancanza di pudore” di cui sopra).

Dopo una settimana di “vacanza”, il regime pandemico è infatti ripreso a pieno ritmo: attualmente siamo alla proibizione ai non vaccinati di entrare pressoché dappertutto, salvo eccezione per negozi di alimentari, farmacie ed edicole (rigorosamente all’aperto). Per gli ospedali non metterei la mano sul fuoco, considerando gli interventi posticipati o annullati a chi non si sia ancora sottoposto al “ciclo completo” di vaccinazione (attenzione perché il rischio di trovarsi no-vax in un batter d’occhio è sempre presente, a seconda di quanto si possa quantificare il prezzo della propria libertà in termini di dosi, richiami e booster). Sembra che chi si proponga come “avanguardia pandemica” riesca a offrire al regime dritte su nuovi strumenti di discriminazione: questo dovrebbe stupire nel Paese del “tutti i diritti per tutti” e con la “Costituzione più Bella del Mondo”, ma probabilmente anche qui tout se tient.

Non so, infine, quanto valga la pena “far gruppo” o “contarsi”: siamo a tutti gli effetti a un lockdown individuale, che per il momento vale solo per chi non si è vaccinato. Quando la natura intrinsecamente politica della faccenda sarà più marcata (magari solo per l’estensione del Green Pass ad altri ambiti), forse qualcuno si sveglierà, ma penso che allora avremmo già abbondantemente superato il punto di non ritorno.

One thought on “Voglio la libertà per andare alla banca e alla posta

  1. Caro Mr.T, la natura del problema, per chi avesse ancora difficoltà a comprenderla, è che la libertà è stata tolta a tutti. Le libertà del 1789 non ci sono più: “Les hommes naissent et demeurent libres et égaux en droits” è pari a zero. Si nasce non liberi e tali si muore, se obbedite alle direttive governative vi è concesso di simulare il consumismo pre-covid. Non c’è nessuna libertà, solo concessioni. Non c’è cittadinanza, solo sudditanza. Almeno è tutto chiaro.

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