Interesting observation https://t.co/xHD5VeS1IC
— Elon Musk (@elonmusk) September 1, 2024
Adesso Elon Musk si è messo a citare direttamente 4chan… He Actually Did It, The Absolute Madman, come dice il meme. Finora aveva commentato con Wow gli account che prima del suo avvento venivano regolarmente censurati perché considerati di “estrema destra”. Ora però si è messo di buona lena a propagandare le schizoteorie del bollettino virtuale più fantasmagorico che esista, in particolare ritwittando questo screenshot:
«Gli individui che non possono difendersi fisicamente (donne e uomini con basso testosterone) recepiscono le informazioni attraverso un filtro di consenso che rappresenta per essi un meccanismo di sicurezza. Non si domandano infatti se una cosa è vera, ma se gli altri saranno d’accordo se pensano che quella data cosa sia vera. Ciò li rende particolarmente suscettibili al consenso creato con la forza bruta; se ogni schermo che guardano dice la stessa cosa, adotteranno quella posizione perché il loro cervello la interpreta come se tutti nella tribù ci credessero. Solo i maschi alfa con alto testosterone e gli individui neurotipici (ehi autistici!) godono della libertà di interpretare nuove informazioni adottando la loro verità come filtro oggettivo. Ecco perché una repubblica di maschi dallo status elevato è migliore per il processo decisionale: una repubblica democratica, ma dove la democrazia vale solo per coloro che sono liberi di pensare».
Pur non essendo su X (e spiegherò subito il perché), devo riconoscere che la sua influenza sia infinitamente più efficace che non quella di una board dove veniva “radicalizzato” solo chi era già emarginato se non socialmente o materialmente almeno esistenzialmente (e non è un riferimento le “periferie esistenziali” di Bergoglio, sia chiaro). Inoltre anche individui mentalmente sani si trovavano quasi obbligati a giocare a fare gli autistici o ad adottare quell’insopportabile machismo da sfigati (o da sigma, il che è lo stesso), il quale risulta -anche sulla breve distanza- una parodia poco divertente dei contenuti basati propagandati dalle stesse agenzie.
E con “basati” si intende “basati sulla verità”, poiché messaggi come quello a cui si è accennato, con i quali Musk sarebbe impegnato a speedrunnare i normaloidi (si parla di 20 milioni di visualizzazioni), traggono spunto da studi accademici di tutto rispetto.
Ovviamente una schizoteoria tira l’altra e questo potrebbe essere solo un raffinato gioco di prestigio con cui il magnate vorrebbe sottoporre l’occidente terminale a una “cura da cavallo” a base di -per restare in tema- testosterone memetico, in vista di un nuovo equilibro internazionale dove Washington riprende in parte il controllo delle Americhe (ecco perché X ora è letteralmente in guerra col Brasile mentre funge da ufficio stampa dell’argentino Milei) e utilizza il D.O.G.E. Musk (l’acronimo sta per Department of Government Efficiency, il gabinetto promessogli in caso di vittoria da Donald Trump in persona) per riformare le proprie istituzioni purgandole dalla “frociaggine” (ok ora sto citando Bergoglio).
Tutto molto based (c’è un sinonimo?), va detto, ma è sempre il caso di mantenere i piedi per terra (persino qualora Elon dovesse portarci su Marte, come aveva predetto Wernher von Braun). Il copione è comunque bellissimo: spirito faustiano, superomismo, accelerazionisimo, post-futurismo, post-ironia, post-capitalismo, neo-monroismo, trumpwave, dogecoin, 14 words, meme.
PS: Ho detto che avrei spiegato il motivo per cui non sono su X, cioè avrei cercato di imbastire una scusa su due piedi come faccio da tutta la vita. Da bravo millennials potrei dire che “non ho tempo”, l’alibi con cui una generazione si è autoannientata e ha meno da dire alla successiva che non i boomer (cosa dovremmo elogiare, la nostra musica o i nostri film? Faceva già tutto schifo, per non dire dei libri ecc). Tuttavia, nel mio caso, in questi anni mi sono obiettivamente legato molto a questo spazietto online che definisco “blog” e l’idea di dover sfruttare un’altra piattaforma per “farmi pubblicità” mi risulta indigesta, soprattutto alla luce del fatto che ormai i social sono sempre più orientati verso contenuti “interni”, penalizzando in automatico qualsiasi link esterno. Qualora però Musk trasformasse X in un giga-network offrendo la possibilità di aprire un blog direttamente dalle sue parti, potrei farci un pensiero: non è un caso che al momento sono io stesso a consigliare a quelli con la “spunta blu” di monetizzare i miei post riportandoli direttamente sul social senza nemmeno linkarmi (ma almeno nominandomi, se non è troppo sforzo).
Ottimo scritto, caro.
In qualità di onomaturgo, per “based” ho ideato un novello termine, sonoro, schioccante, categorico cone un lampo: “schietto”.
Cosa vuol dire speedrunnare? Sembra una lallazione prodotta dai figli del Cottolengo.
Suo, con affetto.
…però “schietto” fa venire in mente l’orrendo vino del contadino, come al solito siamo “tra Gosto Grullo e Billy the Kid”…
Non saprei trovare un verbo in italiano per rendere “speedrun”, l’unica espressione che mi viene in mente è “terapia d’urto”.