«Zdanov era il segretario del partito comunista russo a Leningrado e ne diresse politicamente la resistenza durante l’assedio per quasi due anni. Ci furono in quella sola città, e fra i soli civili, più di cinquecentomila morti: più di quanti ce ne furono in Italia per tutta la prima guerra mondiale al fronte. Donne, bambini, vecchi… son cose che mettono a dura prova i nervi di chicchessia. Finita la tragedia un giorno Zdanov andava per la strada e vide una poetessa che girava attorno con alcune piume rosse e gialle di struzzo cucite al sedere, proclamando: “Sono una cittadina sovietica. Sono una tipica cittadina sovietica!”. Zdanov, che non si era ancora rimesso dallo choc, esclamò: “No, non sei una cittadina sovietica: sei solo una stronza!” e lo scrisse anche. Fu il suo unico stilema. Secondo noi valido, o perlomeno comprensibile, dati i precedenti dell’uomo»
(La fabbrica di immagini cinese, “Photo 13”, aprile 1974: l’autore sta polemizzando con Arturo Carlo Quintavalle, che in una recensione sul “Notiziario di Arte Contemporanea” aveva accusato Raffaele De Grada di “zdanovismo” per la sua prefazione al volume Il popolo cinese. 103 manifesti dalla Rivoluzione Culturale a oggi, La Pietra Editore, Milano, 1973)