Tutto pronto prontissimo per quando Zerocalcare inizierà a stracciare il cazzo con «Aò allora v’ho fatto er disegnetto perché ce sta ‘n gruppo de gente fichissima che mò se sta provanno a fà no stato demogradigo transfeminista ma i fasci bori d’aa zona nun ce vojono sentí e noi da qua dovemo da fà quarcosa no?»
Rubo il meme e il commento a Terra Cava (lo spunto è un non-meme –left can’t meme– sulla “rottura de cojoni” che rappresenterebbero i “fascisti” pronti a rendere ancora più invivibile la vita dei poveri immigrati appena giunti in Italia), per avere l’occasione di parlare delle serie Netflix di Zerocalcare.
L’ho guardata per puro sadomasochismo e forse all’epoca devo averla anche recensita ma poi ho perso il post tra le “bozze”, ma una delle cose che ricordo chiaramente era la continua ossessione per i curdi e gli ormai anacronistici riferimenti all’Isis (nel 2023), più fantasmagorici di quelli ai “nazisti italiani”.
Il curdismo è in effetti forse la “causa persa” più demenziale alla quale si siano appassionati questi ragazzi dei centri sociali. Mi ricordo ai tempi in cui mi divertito a infiltrarmi nei templi delle zekke in veste di “compagno” (se ti agghindi come Bertinotti puoi entrare senza destare alcun sospetto, l’importante è non dimenticare il leggendario porta-occhiali, che funziona come un pass per i concerti), e fomentavo le varie fazioni avverse.
Ci sono alcuni aneddoti divertenti al riguardo: per esempio, dovevano venire queste zekke turche in visita diplomatica e gli ingenui leoncavallini (non sto parlando però direttamente del Leonkavallo, anche perché uno dei miei obiettivi esistenziali è, se posso, di non passare in un posto in cui è passato Matteo Salv1n1– anche per questo ho bloccato il numero della Isoardi da anni) avevano appeso al muro un bel bandierone del Kurdistan al posto di quello palestinese.
L’intermediario italo-curdo-turco (fenotipo “magrebo betacucco”) aveva però stigmatizzato la scelta, dicendo che quella non era propriamente la bandiera dei curdi, ma una rappresentazione plastica di falsi ideali fassisti che nulla avevano a che fare con la vera causa curda: purtroppo la zekkina addetta agli ordini da Amazon aveva sbagliato a ordinare il vessillo, perché evidentemente nessuno le aveva mostrato la scala di apprezzamento dei soyjak.
Al che io feci una proposta che avrebbe messo tutti d’accordo: perché non rimettere la bandiera palestinese al suo posto e trovare nell’odio verso Israele un terreno comune? Lasciamo perdere che in quei frangenti Israele stesse aiutando il PKK e l’YPG per mettere in difficoltà Erdoğan e costringerlo a lasciare Gaza al proprio destino (erano i tempo della Mavi Marmara, ma come potete rendervi conto nulla è cambiato): la mozione fu accettata di buon grado.
Lasciamo però certi ricordi nel cassetto e torniamo a Zeroscopare, soprannome che forse più gli si addice in quanto affiliato allo straight edge, una sorta di dottrina pseudo-orientale sorta dal punk hardcore che obbliga i suoi adepti a non bere, non drogarsi e non chiavare (personalmente troverei più edificante come cammino spirituale andare strafatto a messa dai lefebvriani, che è poi quello che faccio ogni fine settimana).
È piuttosto ironico che le autorità turche si siano poi lamentate proprio delle bandierine del PKK nella seria Netflix, ma del resto Zeroscopare è proprio l’espressione perfetta del mondo parallelo in cui vivono i centrosocialari: sofferenze inventate, la sfiga come unica ideologia di riferimento (al confronto Bertinotti era basato), battute a cui non ride nessuno e “teorizzazioni” del calibro di “l’erba è di sinistra, la cocaina è di destra“.
In particolare, avendo ritrovato qualche appunto (sì, avevo scritto una bozza ma senza pubblicarla per ritegno), mi ha colpito l’invenzione del personaggio di Alice, un’insegnante precaria che si suicida perché, tipo, non trova lavoro…? Sembrava una storia vera, ma lo stesso autore ha detto che era una sua fantasia e non si capisce se essa alla fine dovesse rappresentare una tragedia personale, sociale, collettiva o che altro: sticazzi, comunque, perché nella seconda stagione il Nostro, dopo aver pianto la lacrimuccia sulla sua martire immaginaria, fa subito una battutaccia sul suicidio (“Mo me magno na pillola de cianuro pe’ veggogna”, o una stronzata del genere).
Questa gente fa davvero pena, non riesce nemmeno a reggere per una giornata le proprie sceneggiate: oltre ad Alice, d’altro canto, nella seconda stagione Zeroscopare s’inventa tutta una moltitudine di “gente de sinistra”, quelli de li quartieri popolari, che protesta a favore di un centro di accoglienza nel proprio rione. Gente perbene, s’intende, non zekke o consiglieri comunali piddini. In tal senso, al protagonista scappa anche una confessione riguardo le sue fantasie da sociopatico ed egocentrico: “pare gente vera”, dice infatti di quelli che protestano contro gli immigrati (comunque definiti “trogloditi”).
Per il resto, sembra che Zerocalcare ottenga un qualche credito per quel gusto finto-riflessivo e tanto morettiano (intenso come Nanni e non Marino, purtroppo – per non dire di Mario…) nel dipingersi come una “persona di merda”, una “balena spiaggiata” che ha sempre bisogno di qualcuno che nutra il suo narcisismo.
“È un paese allo sbando, io sono un sintomo e non la causa”, si giustifica, cercando un alibi politico nel fomentare la violenza ma dipingendosi al contempo come un codardo che ha sempre paura di prenderle e dunque manda avanti i suoi proletari fiabeschi.
Adesso però può tornare alla carica: altro liocorno del suo bestiario bambinesco sono per l’appunto i curdi, ed è probabilmente già scarabocchiato il seguito di Kobane Calling (peraltro Kobane non si pronuncia né si scrive così in italiano, ma l’anglomania sembra d’obbligo per i paraddini), magari con un incipit memorabile come nel primo (Marinetti scansate):
«Quando senti RATATATA, è ISIS
Quando senti TUM.TUM.TUM. siamo noi»
«E SBOOOM?»
«SBOOOM dipende.
Fuoco e poi SBOOOM è americani.
SBOOOM e basta è ISIS»
Perlomeno, per quanto io non sia per nulla interessato a zerocalcare, lui può dire di poter andare a delle manifestazioni contrarie a qualcosa senza essere scortato da 40 camionette e poterne fare piu di una all’anno (a differenza di un altra casa) in cui anche solo la più piccola avrà lo stesso numero di persone della più grande faccista
Ingiudicabile.
Ma lo sappiamo tutti che i curdi non esistono e parecchi di loro sono cripto-armeni. Se proprio fossero, sarebbero gli yezidi, e gli yezidi li difende guarda caso la Giordania Marittima.
Se si parla di Siria, era solo arrivato il moneto giusto. Dopo toccherà al bue da piragna ossia l’Iran. Sembrerà che l’atlantismo abbia soverchiato, ma invece…
Però non comprendo: che il pidiota ed il centrosocialaro freak siano l’uno rimbalo all’altro non fa di zeropensare un cretino che, imprendiotrialmente, giust’appunto si è saputo vendere. Fosse stato così non sarebbe stato possibile.
E lo sappiamo tutti anche questo ossia che fra gli estremo destri il ritardo mentale superstioso è maggiore indipendentemente dal culto della sfiga degli altri