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L’appello di Éric Zemmour alla comunità ebraica

Ci sarebbe molto da dire su Éric Zemmour, istrionica figura di intellettuale tipicamente francese, di origine ebraico-berbero algerina (il cognome, il cui significato è “olivo”, è tipico di una confederazione di tribù del Medio Atlante), giudeo praticante di ultradestra dalla bibliografia sterminata come ogni intellò che si rispetti, indipendentemente dall’orientamento politico.

A differenza di molti altri pensatori destrorsi di origine ebraica (stile Alain Finkielkraut, per intendersi), Zemmour non ha mai cercato di strumentalizzare e dirottare le idee nazionaliste in favore dello Stato d’Israele, anzi alcune sue posizioni (come quelle sulla doppia cittadinanza o la sepoltura nello Stato ebraico di cittadini francesi vittime di terrorismo, nonché alcune tendenze revisioniste su Vichy e addirittura sul caso Dreyfus!) lo hanno reso semmai inviso ai rappresentanti del giudaismo transalpino, naturaliter macronista (tanto per citare: “Non un solo voto ebraico andrà a Zemmour”, ha tuonato Francis Kalifat, presidente del Conseil Représentatif des Institutions Juives de France, mentre il Gran rabbino Haim Korsia lo ha accusato di essere “antisemita e razzista”).

Il dibattito sui rapporti tra ebraismo e destra in Francia è più imbarazzante che interessante, dunque non è il caso di approfondirlo, se non nella misura in cui è degno di nota segnalare che comunque Zemmour a un certo punto abbia tentato di accattivarsi qualche elettore ebreo a ridosso della prima tornata presidenziale (nella quale col suo partito Reconquête è giunto a un dignitoso 7%, nonostante gli iscritti si aspettassero poco realisticamente il doppio dei consensi) facendo recapitare venerdì scorso (8 aprile) sui telefoni di vari appartenenti alla comunità un appello firmato direttamente da lui.

L’indiscreto SMS ha suscitato, come prevedibile, l’indignazione di diverse associazioni ebraiche, che sono corse a denunciare per violazione della privacy il candidato: ricordiamo che il codice penale francese punisce con cinque anni di reclusione e 300.000 euro di multa la creazione di archivi o semplici liste basate sulle convinzioni religiose o le origini razziali o etniche senza il consenso degli interessati.

Questo il testo del messaggio: «Buongiorno, ho scritto un articolo per voi: Potremo vivere in pace ancora a lungo in Francia? Leggetelo su Ez2022.fr. I vostri figli contano su di voi! EZemmour».

Il link rimandava a un sito di propaganda elettorale del polemista di estrema destra, il cui unico contenuto era appunto un appello alla comunità ebraica intitolato Message d’Eric Zemmour aux Français de confession juive. Il portale è immediatamente sparito dal web ma è ancora disponibile su archive.org. Riportiamo di seguito i passaggi salienti dell’appello:

«Al giorno d’oggi la maggior parte degli ebrei francesi è molto preoccupata per il proprio futuro nel nostro paese. Continueranno a vivere qui? I loro figli e nipoti vivranno ancora in Francia? Possono vivere in pace e sicurezza sul nostro suolo?
Molti pensano che sarebbe meglio scappare, e che sia troppo tardi per agire. Io invece penso che ci sia ancora una possibilità per salvare la Francia. So che alcune persone non sono d’accordo con me su tutto, ma possiamo essere d’accordo sulle cose essenziali.

Come sapete, sono l’unico a denunciare l’espansione dell’Islam che sta devastando il nostro Paese. I media e alcuni “rappresentanti” della comunità vogliono nascondere una verità molto semplice: l’antisemitismo che oggi uccide è di matrice islamica. Negli ultimi dieci anni, chi ha ucciso ebrei in Francia? Chi minaccia coloro che vanno in giro con una kippah? Chi ha fatto fuggire gli ebrei dalle scuole di Seine Saint Denis? Chi ha ucciso Mireille Knoll, Ilan Halimi, i Sandlers, Sarah Halimi, Jérémie Cohen, Yohan Cohen, Philippe Braham, François-Michel Saada? Siamo in un Paese in cui la polizia deve proteggere le scuole e le sinagoghe ebraiche. Viviamo in un paese in cui l’imam di Tolosa che ha invocato l’assassinio di ebrei è stato rilasciato con il pretesto che le sue parole “si basavano su un versetto religioso”. Per quanto tempo dovremo sopportare?
I francesi di fede ebraica non vivono in pace da lungo tempo a causa della feccia [racaille] che ha avvelenato le loro vite. Negli ultimi cinque anni gli atti di antisemitismo sono aumentati vertiginosamente. Ogni giorno, gli ebrei vengono attaccati solamente in quanto ebrei. Negli ultimi cinque anni sono esplosi anche gli atti di violenza, le aggressioni e i furti. Siete tutti toccati da questo, da vicino o da lontano.
Oggi sono l’unico candidato che ha il coraggio di opporsi apertamente e radicalmente ai jihadisti, che negli ultimi sei anni hanno ucciso 264 persone nel nostro Paese. Nel nostro Paese anche i preti vengono sgozzati nelle loro chiese.
Non dobbiamo mai dimenticare che la Francia è da dieci anni il Paese più colpito dal terrorismo islamico in Occidente. Cosa stanno facendo i politici per fermare tutto questo? Niente: Macron anzi ha fatto entrare altri due milioni di stranieri durante il suo mandato di cinque anni.
I nostri politici non sono più in grado di proteggere i francesi e ancor meno gli ebrei francesi nel nostro paese, né da vivi e neppure da morti, considerando la profanazione di molte tombe ebraiche. Per questo la famiglia di Ilan Halimi ha trasferito la sua tomba in Israele. Ed è per questo che i piccoli della famiglia Sandler [i due bambini uccisi alla scuola ebraica di Tolosa da Mohammed Merah] sono sepolti in Israele. Devo ammettere di averne compreso il motivo dopo aver parlato con il loro nonno, che mi ha perdonato [dopo aver accusato di “doppia fedeltà” la sua famiglia per aver appunto fatto seppellire le vittime a Gerusalemme] per averlo involontariamente ferito cercando di dare una spiegazione al motivo per cui alcuni ebrei francesi si stavano allontanando dalla Francia. Lo ringrazio per questa conversazione che non dimenticherò mai. Anche lui ora è consapevole che c’è chi nel nostro paese sta combattendo perché tragedie come l’attentato alla scuola ebraica di Tolosa non si ripetano mai più.
[…] Quale altro candidato è intenzionato proteggere il nostro Paese dal terrorismo islamico e dalla violenza quotidiana della feccia [racaille]? Perché il padre di Jérémie (sic) Cohen è venuto da me quando nessuno lo aiutava? Ricorderete la storia di suo figlio disabile, che alcuni hanno osato bollare come semplice notizia di cronaca, addirittura un “incidente stradale”, il che testimonia la volontà da parte di persone influenti di insabbiare il caso. Troppe personalità conoscevano questa storia e volevano insabbiarla per ragioni elettorali. Sono certo che presto si saprà la verità sulle loro responsabilità. È uno scandalo di stato. [Zemmour si riferisce alla vicenda di un ebreo di 31 anni, Jeremy Cohen, con disabilità motoria, che nel tentativo di sfuggire da una banda di ragazzi che voleva picchiarlo perché indossava la kippah è finito sotto un treno; le autorità giudiziarie, i media e i politici hanno negato si trattasse di un’aggressione antisemita; il procuratore di Bobigny (comune parigino dove si è verificata la tragedia) ha dichiarato che “fino ad oggi non ci sono prove per stabilire con certezza che la vittima indossasse o meno una kippà al momento della violenza”].
[…] Credo che il primo modo per contrastare l’antisemitismo sia contrastare l’espansione dell’Islam, iniziando con la chiusura delle moschee più pericolose, il divieto di finanziamenti esteri che alimentano correnti estremiste, l’espulsione degli stranieri schedati come “S” [si riferisce al metodo di schedatura dei criminali francesi: quelli “S” sono considerati una minaccia alla sicurezza nazionale].
Starò sempre dalla parte della polizia e delle vittime. Voglio uno Stato severo contro la feccia. […]
Rispetto in maniera assoluta la libertà religiose e non intendo vietare la macellazione rituale o la circoncisione. È Marine Le Pen a voler vietare la macellazione rituale e l’importazione di carne kosher e hallal. Sono totalmente contrario alla sua visione della religione. Non sono ignaro dei problemi della sofferenza animale, che devono essere discussi direttamente con le autorità religiose. Ma la cosa più preoccupante per me è la silenziosa espansione del cibo halal, che i francesi si ritrovano nel piatto senza saperlo. Non voglio una normalizzazione della legge islamica e dei costumi arabo-musulmani. Per questo proporrò una precisa etichettatura obbligatoria, indicando il metodo di macellazione dell’animale. Così, coloro che non vogliono mangiare halal e coloro che sono preoccupati per il benessere dell’animale potranno scegliere in coscienza. È un loro diritto!
Non possiamo rinunciare alla Francia, non possiamo sottometterci. Alcuni non sono d’accordo su tutto, ma noi siamo d’accordo sull’essenziale.
È tempo di avere un Presidente che sappia proteggere il suo popolo e porre fine alla sottomissione. Dobbiamo pensare ai nostri figli e ai nostri nipoti. Conto su di voi questa domenica 10 aprile».

L’appello non solo non è andato a buon fine, ma a quanto pare costerà l’ennesimo processo al buon Zemmour. È inevitabile, del resto, una qualche concessione all’opportunismo in campagna elettorale; va riconosciuto però al Nostro di essersi dimostrato uno scaltro politico, anche piuttosto camaleontico: qualità che obiettivamente manca agli intellettuali italiani, indipendentemente dal loro orientamento.

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