In Francia un branco di ragazzi dei “quartieri difficili” ha organizzato una sorta di “spedizione punitiva” in un piccolo paesino di campagna (circa 500 abitanti) a colpi di coltello e accette, uccidendo un sedicenne e ferendo almeno venti persone. Alcuni dei presenti hanno parlato di un’aggressione al grido di «accoltelliamo [planter, “buchiamo”] i bianchi», tuttavia tale testimonianza è stata sostanzialmente riportata solo dalla stampa locale e ripresa da testate (e politici) di “estrema destra”.
Francia: terrorismo contro i bianchi? Cronache dalla guerra razziale transalpina
I giornali mainstream transalpini, anche quelli conservatori, hanno mantenuto un approccio più cauto, azzardandosi a parlare di “terrorismo anti-bianco” solo nella prospettiva delle dichiarazioni di personalità come la nipote della Le Pen Marion Maréchal o Éric Zemmour. Quelli italiani, come “La Stampa” o il “Corriere”, hanno invece adottato tale lettura in maniera automatica, come se fosse l’unica spiegazione plausibile…
Inoltre i media francesi hanno cercato di stemperare la tensione non solo glissando, come si è visto, sulle presunte motivazioni dell’assalitori, ma anche collegando quanto accaduto, in maniera forse arbitraria, al caso di un giardiniere di origine magrebina accoltellato pochi giorni fa a Parigi da un settantacinquenne per razzismo (l’aggressore mentre lo colpiva lo avrebbe apostrofato come bougnoule, insulto riservato ai nordafricani).
È singolare che la nostra stampa, di solito così attenta a attenuare l’impatto di qualsiasi notizia riguardante la violenza di immigrati e “seconde generazioni”, ora soffi sul fuoco dei conflitti sociali altrui. Ma sarebbe così solerte a riportare la “versione dell’estrema destra” anche qualora tali eventi si verificassero in Italia?