Site icon totalitarismo.blog

L’esercito americano vuole diventare sempre più gay

Il corpo dei Marines è pronto a vietare ogni “espressione specifica di genere” e dunque impedire alle reclute di utilizzare il classico Sir, Yes, Sir, sia per offrire un ambiente più inclusivo alle soldatesse, sia soprattutto per evitare pericolosi episodi di misgendering, specialmente ora che l’esercito americano è diventato il più grande datore di lavoro al mondo per transessuali.

La proposta proviene da uno studio commissionato nel 2020 dal Corpo stesso all’Università di Pittsburgh e completato alla fine del 2022 (per un ammontare di 2 milioni di dollari).

Il rapporto (di oltre 700 pagine) individua come scopo primario dell’esercito statunitense quello di “togliere l’enfasi [de-emphasize] ai riferimenti di genere per creare un ambiente favorevole all’integrazione”, e invita a riferirsi agli istruttori con il grado seguito dal cognome, oppure con espressioni neutrali (tipo drill instructor).

Il rapporto si concentra sul fatto che nei Marines i soldati maschi sarebbero avvantaggi anche dal modo in cui viene utilizzato il linguaggio: come esempio i ricercatori portano delle slide di un ufficio di reclutamento di San Diego nel quale vengono usati solo pronomi maschili per parlare delle posizioni di comando all’interno dell’esercito (segnalando affermazioni come: “Un leader che è fiducioso nelle sue [his] decisioni infonde fiducia nei suoi [his] Marines”).

Va dunque apportata una correzione a uno degli ultimi meme da me postati: tra poco non si sentirà più alcun “signore” nell’esercito americano. Una svolta a ben vedere decisamente positiva poiché, come ha notato il commentatore conservatore Craig Chamberlain, “almeno gli americani avranno la certezza che qualora i loro soldati venissero catturati, essi saranno in grado di utilizzare i pronomi giusti”.

Exit mobile version