La narrazione ufficiale della diffusione dell’epidemia di Coronavirus sembra adombrare la possibilità che qualcuno possa aver mangiato un zuppa di pipistrello in un mercato di animali di Wuhan. Una buffonata che serve a celare le anomalie legate alla diffusione di un virus forse modificato per diventare un’arma biologica e rilasciato (involontariamente o meno) dall’Istituto di Virologia di Wuhan, un laboratorio di livello 4 che orgogliosamente proclama di trattare “gli agenti patogeni più pericolosi al mondo”.
Forse sarebbe interesse dello stesso Istituto rimuovere il bando pubblicato il 18 novembre 2019, attraverso il quale il laboratorio offriva un impiego per esperimenti sui pipistrelli, allo scopo di “individuare il meccanismo molecolare che consente ai coronavirus associati di rimanere in letargo senza causare malattie”. Tra i requisiti richiesti: aver conseguito (o stare per conseguire) un dottorato in scienze biomediche; essere affidabili e rigorosi; possedere spirito di squadra; conoscere molto bene l’inglese; aver pubblicato articoli su riviste accademiche internazionali; essere orientati verso la biologia cellulare, l’immunologia e la genomica.
Tutto ciò è degno di nota perché si tratta di un’offerta di impiego del laboratorio del dottor Peng Zhou (周鹏), ricercatore presso l’Istituto di Wuhan a capo dell’equipe che ha condotto studi sull’infezione e l’immunizzazione del “virus del pipistrello”. Il dottor Zhou ha infatti conseguito il dottorato di ricerca presso il l’Istituto di Virologia di Wuhan nel 2010 e ha analizzato il virus dei pipistrelli in Australia e Singapore. Nel 2009 ha iniziato il suo percorso di ricerca sul meccanismo immunitario dei pipistrelli, il quale consente agli animali di trasportarlo e trasmetterlo. Riceve regolarmente finanziamenti dall’Accademia Cinese delle Scienze e dal Ministero della Scienza e della Tecnologia, e allo stato attuale ha pubblicato una trentina di articoli sulle riviste scientifiche più prestigiose al mondo, perlopiù concernenti appunto il coronavirus dei pipistrelli.
Sempre per gentile concessione dell’Istituto di Virologia di Wuhan, pubblichiamo un comunicato stampa del laboratorio del Dr. Zhou intitolato Come i pipistrelli trasportano i virus senza ammalarsi (gennaio 2018):
È noto che i pipistrelli ospitano virus altamente contagiosi come Ebola, Marburg, Hendra, Nipah e SARS-CoV, eppure non mostrano segni clinici di malattia. In un articolo pubblicato sulla rivista “Cell” il 22 febbraio, gli scienziati dell’Istituto di Virologia di Wuhan hanno scoperto che nei pipistrelli risulta attenuata la risposta immunitaria, processo che consente loro di mantenere una difesa sufficiente contro la malattia senza innescare una reazione immunitaria eccessiva.
“Crediamo che pipistrelli e agenti patogeni che trasportano abbiano trovato un equilibrio tra di loro”, afferma l’autore Peng Zhou. “Questo studio dimostra che, al fine di mantenere un equilibrio con i virus, i pipistrelli potrebbero essersi evoluti per smorzare determinati processi di reazione”.
Nell’uomo e in altri mammiferi, un’eccessiva risposta immunitaria a uno di questi e altri virus patogeni può scatenare una malattia grave: per esempio, nell’uomo, una reazione del genere è collegata a gravi malattie autoimmuni.
“Nella storia umana, abbiamo dato la caccia a ogni tipo di malattia infettiva, ma i pipistrelli sembrano essere un super-mammifero per questi virus mortali”. Identificando il percorso con cui si esprime la reazione indebolita, i ricercatori hanno aperto nuove prospettive su come i pipistrelli siano in grado di perfezionare le difese antivirali per dare una risposta efficace -ma non “esplicita”- contro il virus.
Gli autori ipotizzano che questa strategia di difesa si sia evoluta come parte di tre caratteristiche interconnesse della biologia dei pipistrelli: sono mammiferi volanti, hanno una lunga durata di vita e ospitano un grande serbatoio virale.
“L’adattamento al volo probabilmente ha causato la selezione positiva di più geni immuni innati da pipistrello e di riparazione del danno al DNA”, afferma Zhou. “Questi adattamenti possono aver modellato alcuni percorsi antivirali per renderli buoni serbatoi virale e raggiungere un equilibrio tollerabile”.
Un altro comunicato stampa del 18 gennaio 2019 descrive i risultati raggiunti dal team del dottor Peng Zhou:
Wuhan è all’avanguardia nella ricerca globale sull’immunità dei pipistrelli grazie al dr. Zhou: “Mi sono lanciato come se fossi armato di spada”
Zhou Peng è un pioniere della ricerca globale sul sistema immunitario dei pipistrelli. “I pipistrelli portano il virus ma non si ammalano. Non sono mai stati studiati prima d’ora e certamente hanno specificità diverse rispetto alle altre specie, ma è come se si conoscesse solo l’inizio e la fine della storia senza la trama”.
Dopo un decennio e passa di ricerca, Zhou Peng ha scoperto l’inibizione di un canale immunitario antivirale rappresentato da un interferone che consente all’animale di resistere alla malattia senza innescare una forte risposta immunitaria. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista “Cell” e hanno suscitato l’attenzione della comunità accademica.
L’interesse per i coronavirus di Zhou Peng risale agli esprimenti sulla SARS condotti ai tempi in cui era ancora uno studente di bioingegneria: “Questo piccolo virus può far crollare il mondo”. È stato ammesso all’Istituto di Virologia di Wuhan dell’Accademia Cinese delle Scienze e ha studiato con Shi Zhengli, esperto di pipistrelli: “Concentrandomi sul virus trasportato dai pipistrelli mi sono chiesto se il loro sistema immunitario avesse qualcosa di speciale”.
Dopo la laurea è entrato a far parte dell’Australian Animal Health Laboratory conquistandosi il primato globale nella ricerca sull’immunità dei pipistrelli: “Dopo quattro anni di tentativi ed errori, vagando nell’oscurità, nel gelido inverno australiano, mi sedevo in spiaggia quasi congelando chiedendo perché non riuscissi a combinare nulla”. Fino a quando non ha trovato finalmente l’ispirazione: nel 2016, durante gli studi post-dottorato presso l’Università di Medicina di Singapore, si è accorto che un certo interferone nei pipistrelli deteneva sempre un alto livello. Lo studio che ne è derivato ha mostrato percorsi inediti per i ricercatori di tutto il mondo.
“La nostra generazione è cresciuta con film come Forrest Gump e Le ali della libertà, che ci hanno insegnato a essere leggeri ma perseveranti. Mi sento come se stessi correndo impugnando una spada”.
Dopo essere tornato in Cina nel 2016, Zhou Peng ha ripreso a lavorare nella sua università: “I pipistrelli trasportano il virus senza ammalarsi. Si spera che gli umani possano imparare a combattere il virus, ma il traguardo sembra ancora lontano, la strada da percorrere è lunga e dobbiamo rimanere fiduciosi e continua ad andare avanti”
Per riassumere, uno dei massimi esperti cinesi di virologia e immunologia lavora per il laboratorio più importante (e pericoloso) della Cina a Wuhan. Dal 2009 Peng è infatti il principale scienziato cinese che fa ricerche sul meccanismo immunitario dei pipistrelli che li rende in grado di trasportare e trasmettere virus letali nel mondo. Il suo principale campo di studio è proprio la ricerca sui processi grazie ai quali i pipistrelli possano essere infettati da alcuni dei virus più micidiali al mondo e non ammalarsi. Negli ultimi ha sperimentato a livello genetico vari percorsi immunitari per rendere i pipistrelli più o meno suscettibili alle infezioni, creando potenzialmente un super-virus mutante altamente resistente. Come parte dei suoi studi, Peng ha anche analizzato ceppi di coronavirus mutanti in grado di violare l’immunità naturale di alcuni pipistrelli; si tratta di ceppi di “superbatteri” di coronavirus, che non sono resistenti a nessuna via immunitaria naturale e che ora sembrano esser stati lasciati in libertà. A metà novembre, il suo laboratorio cercava giovani ricercatori per condurre studi su questi “super-coronavirus” e sulle infezioni da pipistrello. Infine, il lavoro di Peng sulla virologia e l’immunologia è supportato da fondi governativi. Chi ha orecchie per intendere…
Fonte: Is This The Man Behind The Global Coronavirus Pandemic? (Zero Hedge, 29 gennaio 2020)