La risoluzione ONU promossa dall’Islanda (che aveva presentato la bozza nel 2019) per avviare un’indagine internazionale sui metodi “sbrigativi” usati dal governo filippino per estirpare la piaga della droga nel Paese, si è rivelata un flop per i suoi patrocinatori: il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (Unhrc) si è infatti limitato a “offrire assistenza” a Duterte per la promozione dei diritti umani nel Paese.
Anche Amnesty International ha espresso parere negativo sulla risoluzione, “una opportunità persa” per dare giustizia alle migliaia di morti nelle Filippine da quando Duterte è diventato Presidente. “Lo stato dei diritti umani nelle Filippine richiede qualcosa di più dell’assistenza tecnica da parte dell’ONU”, ha dichiarato la rappresentante di Amnesty Rachel Chhoa-Howard.
Dalla metà del 2016 circa 6500 fra tossici e spacciatori sono stati uccisi dalla polizia filippina e il Presidente è stato denunciato alla Corte Penale Internazionale dell’Aja per crimini contro l’umanità. Tuttavia, questo non sembra scalfire l’ineffabile humour di Duterte (il quale gli ha anch’esso causato problemi con gli organismi internazionali).
In risposta all’iniziativa islandese il Nostro aveva già risposto, affermando che Reykjavík non può comprendere i problemi sociali e politici delle Filippine, avendo come unica emergenza nazionale il ghiaccio: “Qual è il problema dell’Islanda? È solo il ghiaccio. Non hanno nemmeno i poliziotti, si limitano a mangiare ghiaccio“.