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Viktor Orbán lascia il Partito Popolare Europeo

Fidesz, il partito di Viktor Orbán, ha ufficialmente abbandonato la famiglia europea del centrodestra. La decisione è stata presa “con effetto immediato” dal leader magiaro in persona, con una lettera a Manfred Weber, presidente tedesco del Ppe al Parlamento europeo, nel quale lamenta la limitazione degli eurodeputati ungheresi “nella capacità di rappresentare i propri elettori” come una misura “antidemocratica, ingiusta e inaccettabile”.

“Mentre centinaia di migliaia di europei sono ricoverati in ospedale e i nostri medici salvano vite, è insopportabile che il gruppo Ppe sia paralizzato dai suoi problemi amministrativi interni e stia cercando di togliere il diritto di parola e neutralizzare i nostri deputati democraticamente eletti”, scrive Orbán nella lettera. “Pertanto, Fidesz ha deciso di lasciare immediatamente il gruppo Ppe“.

“I nostri eurodeputati continueranno a parlare per chi rappresentano, i nostri elettori, e difenderanno l’interesse del popolo ungherese”, ha concluso Orbán.

La decisione arriva dopo l’approvazione del nuovo regolamento del gruppo, che ha semplificato le procedure di espulsione proprio con la prospettiva di colpire Fidesz direttamente. La mossa giunge dopo un tira e molla infinito tra il partito di Orbán e i popolari europei, che fino all’ultimo non hanno trovato il coraggio di escluderlo completamente. In tal modo il Presidente ungherese ha evitato l’umiliazione di farsi cacciare, anticipando la mossa del PPE.

Come ipotizzano diverse testate, c’è la possibilità che a occupare il posto di Fidesz sia la Lega di Salvini, una volta adeguatamente “normalizzata” anche con la quarantena politica draghiana e tecnocratica. Tuttavia sembra che il nuovo regolamento del PPE sia stato pensato proprio per escludere qualsiasi forza che non sia disposta a mettere da parte l’interesse nazionale in nome dell’Unione: il capo della delegazione polacca Andrzej Halicki ha infatti paragonato le nuove procedure a “un vaccino che ci immunizza da quelli che infrangono i valori europei”.

Il destino di Orbán sembra quello di confluire nel gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei, che comprende tra gli altri Fratelli d’Italia, i polacchi di Diritto e Giustizia (il partito di Kaczyński), Vox, i Democratici Svedesi, anche se finora le trattative per portare dentro anche Salvini sembrano impedite proprio dalla Meloni che, appena giunta alla presidenza del gruppo, non vuole evidentemente rivoluzionarlo per fare entrare un altro italiano.

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