Donald Trump ha boicottato la debate night di Fox News per farsi intervistare da Tucker Carlson su X/Twitter: una scelta che lo ha reso il convitato di pietra del primo “duello tv” tra candidati repubblicani (tutti attestati tra lo 0 e 2% delle preferenze) e che gli ha probabilmente fruttato anche qualche punto in più tra i consensi (oscillanti, non solo a suo dire, tra il 50 e il 60%). Dal momento che la maggior parte dei media italiani ha preferito seguire il teatrino mainstream piuttosto che riportare quanto detto dall’ex Presidente, si è reso necessario sorbirsi i tre quarti d’ora dell’intervista direttamente dalla fonte originale.
Ep. 19 Debate Night with Donald J Trump pic.twitter.com/ayPfII48CO
— Tucker Carlson (@TuckerCarlson) August 24, 2023
Trump ha sostenuto di aver preferito il crazy forum di Carlson ai “canali ufficiali” sia perché i network conservatori avrebbero smaccatamente sostenuto il suo avversario Ron DeSantis (soprannominato Ron DeSanctimonious per il suo cattolicesimo strombazzato), anche dopo essersi accorti di quanto fosse una “causa persa”, sia perché il mondo della televisione (nel quale egli è obiettivamente nato e cresciuto) ai suoi occhi sarebbe diventato una inarrestabile fabbrica di fake news, una barca da abbandonare prima dell’inevitabile inabissamento.
Tucker Carlson, cacciato proprio da Fox News per la sua incapacità ad accettare compromessi, ha immediatamente convogliato l’intervista su binari impervi, chiedendo a Trump cosa pensasse del “suicidio” di Jeffrey Epstein: il candidato repubblicano ha confermato i suoi dubbi sul caso ma non ha potuto affermare esplicitamente di credere che il miliardario trafficante di minorenni sia stato ucciso in cella, pur ammettendo che il procuratore Bill Barr incaricato di indagare sul caso sia un profilo inaffidabile anche per il modo in cui si è mosso nei confronti dei brogli elettorali (il Nostro, si sa, è ancora convinto che le elezioni del 2020 siano state truccate).
Venendo a Joe Biden, Trump ha affibbiato al Presidente in carica l’aggettivo di crooked perché convinto che egli sia ancor più corrotto di Hillary Clinton da poterne ereditare il nomignolo (di solito non ricicla mai i suoi insulti). In aggiunta lo ha definito anche il peggior Presidente dell’intera storia americana, nonché il più “incompetente”. E al di là di qualche nota di colore (“Le gambe di Biden sono come degli stuzzicadenti”, “è come se camminasse costantemente sulle uova” etc.), è interessante segnalare che Trump supponga che il suo papabile sfidante non arriverà alle elezioni del 2024 (per motivi di salute fisica e mentale).
Passando alla politica internazionale, il tycoon ha ricordato i suoi successi diplomatici nei confronti della Corea del Nord (“comunque una potenza nucleare”) e ha riconosciuto l’onestà dei leader di Russia e Cina verso gli Stati Uniti, un Paese che vorrebbero rispettare ma che vedono governato da un Presidente fantoccio espressione di un “sistema”, addirittura apostrofato come “Candidato Manciuriano” (senza ulteriori chiarimenti riguardo l’utilizzo di tale espressione, ormai proverbiale nel “politichese” d’oltreoceano).
Tornando alla politica interna, l’ex Presidente ha rivendicato il fatto di non aver mai “mollato” nonostante la persecuzione giudiziaria (un’eventualità che avrebbe convinto qualsiasi altra personalità politica -siamo in America- al ritiro a vita privata) e ha discusso di qualche questione secondaria, come l’inefficienza delle auto elettriche o la presenza di fantomatici dispositivi di regolazione (restrictors) dell’afflusso d’acqua in case e hotel di nuova costruzione, installati di soppiatto per contrastare il famigerato cambiamento climatico.
Il discorso è poi passato ai servizi segreti: Trump ha più volte rivendicato di aver fatto uccidere diverse persone dalla CIA (come il capo dell’Isis al-Baghdadi o il generale Soleimani) ma al contempo ha ammesso la necessità di un controllo politico delle agenzie federali, citando come esempio (non del tutto a proposito) la sua decisione di cacciare l’ex direttore dell’FBI James Comey.
Infine, dopo qualche altra nota di colore (come l’utilizzo dell’espressione triviale gonzo per definire l’intera campagna elettorale di De Santis), sollecitato da Carlson, Trump ha paventato la possibilità di una guerra civile negli Stati Uniti riconoscendo la bad combination di “tanto amore” e “tanto odio” nella vita pubblica, una polarizzazione obiettivamente inedita per la democrazia americana moderna.