In un evento senza precedenti che ha scosso le fondamenta del sistema iraniano, diversi membri del governo di Teheran di fronte alla propria inanità riguardo le continue provocazioni di Israele, si sono autodenunciati, e di conseguenza autoarrestati, in quanto gay.
Secondo fonti affidabili, un gruppo di funzionari governativi, tra cui giudici, agenti di polizia e persino alcuni membri dell’apparato religioso, ha deciso di rivelare indirettamente il proprio orientamento sessuale promettendo una guerra contro Israele che come al solito non è arrivata.
Le leggi iraniane criminalizzano l’omosessualità e prevedono punizioni che vanno dalla detenzione alla pena di morte. Il gesto rischioso di questi funzionari di autoarrestarsi potrebbe essere interpretato come un atto di onestà alla luce della politica del governo nei confronti dello Stato ebraico, considerata da molti osservatori (anche su Telegram), come intrinsecamente gay.
Diverse ONG hanno ripetutamente condannato l’Iran per le sue politiche discriminatorie e hanno chiesto al governo di rispettare i diritti di tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro convinzioni politiche e dal loro orientamento sessuale. D’altro canto, continuare a promettere un attacco a Israele che poi non giunge mai porta il governo a domandarsi se non sia il caso di depenalizzare l’essere intrinsecamente gay per poter rimanere legittimamente al potere.
PS: Notizia scritta da ChatGPT a scopo satirico.