Anche per la danza degli impiccati ci vorrà la mascherina

Sui social è gara tra piddini e grillini su chi è più “responsabile” nei confronti della pandemia: la nuova crociata è insegnare agli italiani a mettersi la mascherina per senso civico, rispetto delle regole, solidarietà e progressismo. “La mascherina è di sinistra”, borbotta lo stesso cialtrone che con Salvini al governo urlerebbe al fascismo sanitario. E rincalza il cioraniano di Twitter: “Non portare la #mascherina quando prescritto è un atto di inciviltà: perciò, prima ancora che con una multa, dovrebbe essere sanzionato con lo stigma sociale, con l’ostracismo“.

Ma impiccatevi tutti. In senso buono s’intende. Per farlo potete usare il nuovo decreto legge (8 ottobre 2020) che la impone nuovamente all’aperto e nei luoghi chiusi tra “non congiunti” (l’Alabama è salvo?). Chiaramente qui il problema è filosofico (si fa per dire), non scientifico: c’è chi odia così tanto la vita che al posto di suicidarsi dignitosamente preferisce rovinarla agli altri. Forse tutte le polemiche contro quel cazzone iettatorio di Cioran non erano campate in aria. Siamo nel cioranismo reale: grazie, Calasso.

Ci sono piddini onorari (o ontologici), che magari votano radicali o Più Europa (come si chiamano adesso gli zombie panelliani? vabbè chi se ne fotte), quelli che ti tocchi subito le balle appena li incroci a qualche cresima (perché se non fossero parenti dei parenti nemmeno li vorresti vedere), quelli del riscaldamento globale, della sovrappopolazione e del libertarismo straccione, che ora però sono in fissa con le mascherine: ma come, non volevate il “rientro dolce” da 7 a 2 miliardi di criature nel giro di una settimana? “Eh ma no, non così”. Giusto, dimenticavo che il loro ideale è qualche distopia novecentesca più stile Zardoz che Huxley (in fondo i sinistrati non leggono più un cazzo). Solo gli ottimati devono salvarsi, gli ilici tutt’al più possono obbedire e riprodursi.

E quindi persino noi sfigati dobbiamo sorbirci le ramanzine sulla “irresponsabilità” come dei festaioli qualsiasi, nonostante il nostro unico desiderio sia quello di morire (preferibilmente male) e sperare che la sofferenza finisca lì. Altro che ballare. Certo, dopo quattro tamponi negativi potrei costringere il cioraniano di turno ad abbassarsi la mascherina per posare delicatamente il mio archibugio sulle sue labbra screpolate (rinverdendo la nobile tradizione della regalità taumaturgica, assolutamente non ghei); tuttavia, finché mi è stato chiesto in modo non paternalistico di indossare la mascherina, l’ho fatto (anche perché in fondo le uniche cose decenti che ho sono gli occhi e i capelli e in virtù di essi potrei vantarmi e illudere la donna persino sui mezzi pubblici). Adesso purtroppo sento voglia di peste sul palato e temo non riuscirò più a essere così “responsabile”.

Eppure ad agosto non ho ballato, lo giuro; o, per meglio dire, l’ho fatto nei cimiteri e nei casinò abbandonati dell’Istria: la colonna sonora non poteva che essere qualche playlist darkwave raccattata su Youtube. Ad ogni modo la sfiga deve avermi immunizzato, perché nonostante per tutto il tempo sia stato accerchiato da olandesi e tedeschi con i loro sputazzi mascherati da fricative velari sorde, e in più mi sia ubriacato diverse volte cercando poi di rimettere infilandomi qualche dito in gola (però disinfettato dalla vodka aromatizzata all’amuchina), non mi sono beccato nulla.

Manco a farlo apposta, tra i pezzi più gettonati per celebrare questa irresponsabilità paradossalmente così mitteleuropea, la Gallowdance del duo tedesco Lebanon Hanover formato da Larissa Iceglass (svizzera, ma in realtà si chiama Larissa Georgiou ihih) e Brite William Maybelline (inglese, ma in realtà si chiama William Morris haha). Non so dire se la citazione sia consapevolmente rimbaudiana oppure ispirata da un medesimo duende; con tutto ciò, è ancor più deprimente constatare che dall’ipocondria di massa non verranno risparmiate manco le ciccione goth che votano PD: neppure una danse macabre potrete permettervi. Solo coprifuoco e mascherine, perché la vostra vita non era abbastanza di merda.

Dance with me the gallowdance
[Balla con me la danza del patibolo]

As long as we, as long as we’re not hanging
[Finché, finché non verremo appesi]

As long as we still can, my love
[Finché possiamo ancora, amore mio]

We both know the string is always ready
[Sappiamo entrambi che la corda è sempre pronta]

Dance with me the gallowdance
[Balla con me la danza del patibolo]

For all the degradation in this land
[Per tutto il degrado di questa terra]

Dance with me the gallowdance
[Balla con me la danza del patibolo]

As disorientated as you can
[nel modo più disorientato che puoi]

Tanz’ mit mir den Galgentanz
[Balla con me la danza del patibolo]

Solange wir, solange wir noch nicht hängen
[Finché, finché non verremo appesi]

Tanz’ mit mir den Galgentanz
[Balla con me la danza del patibolo]

Solange wir, solange wir noch können
[Finché, finché possiamo ancora, amore mio]

Der Baum steht schon lange da, mein Schatz
[L’albero è lì da molto, amore mio]

Er wartet nur darauf, dass wir uns trennen
[aspetta solo che ci lasciamo]

Der Baum steht schon da, mein Schatz
[L’albero è già pronto, amore mio]

Ein wunderschöner Baum, um sich zu erhängen
[Un magnifico albero, a cui impiccarsi]

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