Vorrei segnalarvi un paio di volumi interessanti sugli zingari (a quanto pare nell’editoria è ancora consentito lo slur): l’antologia commentata I filosofi e gli zingari a cura di G. Solla e L. Piasere (Aracne, 2018), che ricapitola secoli di pregiudizi filosofici occidentali contro “Gypsies, Tsiganes, gitans, gitanos, Zigeuner, cigany, tsinganoi, yiftoi, Rom”, ovviamente rispondendo con un pregiudizio positivo verso i nomadi (però intanto almeno se ne parla). Su Amazon si trova a 12,75€ con uno sconto del 42% sul prezzo di copertina.
Il secondo è La persecuzione dei rom e dei sinti nell’Italia fascista. Storia, etnografia e memorie di Paola Trevisan, appena pubblicato (gennaio 2024) da Viella. Dalla quarta di copertina:
«Quale fu l’atteggiamento del fascismo verso coloro che definiva “zingari”? Come si articolò la persecuzione dei rom e dei sinti e come mai la sua memoria non ha trovato spazio nell’Italia repubblicana? Sulla base di un’estesa documentazione archivistica messa a confronto con testimonianze e ricerche storico-etnografiche, il volume ricostruisce per la prima volta le politiche antizingari del regime fascista e la loro ricaduta su rom e sinti che vivevano in Italia: prima pensati indistintamente come vagabondi stranieri da respingere ed espellere, poi sottoposti al confino di polizia e forzatamente trasferiti (dalla Venezia Giulia e Tridentina in particolare) nelle regioni meridionali e, con l’entrata in guerra dell’Italia, internati in località sparse per la penisola e nei campi di concentramento. Raramente, nel dopoguerra, le memorie delle persecuzioni subite sono uscite dallo stretto ambito delle famiglie rom e sinti e il loro mancato riconoscimento come vittime del regime fascista ha favorito la negazione dei diritti di cittadinanza a coloro che oggi vivono in Italia».
Anche in questo caso, certe cose è sempre meglio saperle, al di là delle interpretazioni imposte dall’industria culturale italiana.