Giornale turco chiede di togliere la cittadinanza agli ebrei che combattono per Israele e processarli “come i militanti dell’Isis”

Il 17 ottobre 2023 il quotidiano di orientamento conservatore Yeni Akit ha intitolato a tutta pagina Togliere ai lacchè sionisti la cittadinanza, sostenendo che gli ebrei con passaporto turco che hanno risposto alla “chiamata” di Israele per “unirsi all’esercito di occupazione e massacrare i palestinesi”, dovrebbero essere non solo privati della cittadinanza turca, ma anche processati per i loro crimini di guerra.

Secondo l’editorialista Muhammet Kutlu,

“mentre i riservisti provenienti da paesi come Francia, Germania, Inghilterra, USA, Canada, Argentina e Brasile, che vanno in Israele per massacrare musulmani innocenti, salgono sugli aerei lanciando messaggi di propaganda davanti alle telecamere, quelli che vanno a combattere in Israele dalla Turchia agiscono in silenzio e in modo strisciante. Gli ebrei turchi residenti in grandi città come Istanbul e Smirne prestano servizio militare per Israele perché sono considerati suoi cittadini naturali. Una volta terminato il servizio militare, vengono registrati come soldati di riserva“.

Il giornalista ricorda che nei paragrafi “a” e “c” dell’articolo 29 della legge sulla cittadinanza turca n. 5901, è previsto che coloro che prestano servizio in un esercito di uno Stato straniero, qualora non autorizzati, possono essere privati della cittadinanza su proposta del Ministero e decisione del Consiglio dei Ministri.

Intervistato dal quotidiano, l’avvocato Cüneyt Toraman ha affermato che gli israeliani che si sono resi colpevoli di violenze contro i palestinesi potrebbero essere indagati e processati una volta rientrati in Turchia, mentre l’avvocato Harun Akdere è stato ancora più netto:

“Con la ripresa della resistenza in Palestina, anche nel nostro Paese i sostenitori di Israele hanno fatto domanda per offrirsi volontari per combattere nell’esercito israeliano. Sappiamo anche che alcuni di loro sono già andati a combattere. Svolgere il servizio militare in un Paese straniero senza permesso è motivo di revoca della cittadinanza. Noi, come cittadini turchi, ci aspettiamo che la legge intervenga per privare della cittadinanza queste persone che si sono offerte volontarie per unirsi a un’organizzazione terroristica come Israele. Se queste persone tornassero domani e continuassero a vivere come se nulla fosse, creerebbero un precedente anche per coloro che vanno all’estero a combattere per conto di altre organizzazioni terroristiche. Proprio come stiamo giudicando coloro che hanno combattuto per l’Isis, anche gli ebrei dovrebbero essere processati quando ritornano“.

Zeki Dilmen, presidente dell’Associazione delle famiglie dei martiri e dei veterani dell’Anatolia centrale, ha dichiarato:

“Chiediamo alle autorità ufficiali di privare questi traditori della loro cittadinanza turca. Questi traditori non meritano di portare con sé documenti di identità con la Mezzaluna e la Stella. Coloro che combattono e aiutano Israele sono complici di questo genocidio. La loro presenza in quelle terre bagnate dal sangue dei martiri provoca ferite irreparabili nella coscienza”.

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