Una storia che simboleggia alla perfezione i tempi in cui viviamo: il transessuale israeliano (da maschio a femmina) Ita Segev, che si definisce interdisciplinary performance artist e vive a Brooklyn, ha pubblicato un appello al boicottaggio dello Stato sionista sul portale americano di avvismo LGBTQ+ them.us, con particolare riferimento agli ormoni per il cambio di sesso il cui mercato sembra monopolizzato da una multinazionale con sede a Tel Aviv, la Teva Pharmaceutical Industries: Israel Makes the Hormones I Need, But I Support Palestinian Liberation (18 maggio 2018):
«Sono una donna transessuale israeliana che desidera disperatamente che la Palestina sia libera. […] La liberazione trans e la liberazione palestinese sono collegate. Circa dieci mesi fa, mi sono resa conto di voler iniziare la terapia ormonale sostitutiva e la mia transizione tramite farmaci. Ci sono state molte ragioni per questa decisione, ma una di esse è stata la consapevolezza che crescere come israeliana e trans a Gerusalemme, mentre mi si chiedeva di diventare un maschio sionista, ha lasciato un segno nel mio corpo. Avevo bisogno di aiuto per guarire e ho intuito che sviluppare un corpo più morbido e delicato mi avrebbe aiutato a connettermi con la mia bambina interiore (sic) amante della giustizia […].
Avevo già sviluppato una mia identità anti-sionista. Dopo essermi trasferita a New York, sono stata lieta di scoprire che i movimenti di boicottaggio contro Israele mi consentissero di collaborare in modo non violento, sotto la guida palestinese, alla fine all’occupazione della Palestina. Tuttavia, segretamente, desideravo ancora un qualcosa che mi alleviasse dalle difficoltà del mio passato. E ho deciso che quello fosse il momento di iniziare la terapia ormonale.
Così ho atteso fino al nuovo anno ebraico per recarmi in farmacia e iniziare la fase della mia transizione. Immaginavo il piccolo rituale che avrei compiuto mentre prendevo la prima pillola di colore turchese: un nuovo anno, un nuovo ebreo, una nuova me. Quando però il farmacista mi ha consegnato i tubetti con il mio medicinale, ho guardato l’etichetta che riportava “prodotta da Teva Pharmaceuticals” e il mio cuore si è fermato.
Teva, una parola che significa “natura” in ebraico, è un’azienda farmaceutica di proprietà israeliana di cui avevo sentito vagamente parlare in quanto coinvolta, almeno a livello economico, nell’occupazione. Ho pensato subito a un errore: “Mi scusi”, ho detto al mio farmacista. “Questo estrogeno è prodotto da un’azienda israeliana e io sostengo il boicottaggio. Potrei avere pillole da un produttore diverso, per favore?” “Questo è l’unico che abbiamo”, mi ha risposto.
Ero sotto shock. Come poteva essere accaduto? Ho inviato un messaggio a tutte le mie sorelle trans sotto terapia durante il mio tragitto verso casa e ho fatto loro una semplice domanda: “Chi produce i vostri ormoni?” Molte di loro non lo sapevano.. Per molti transessuali, ottenere questo medicinale salvavita (sic) richiede grande impegno e pone interrogativi, e una volta ottenuto, vogliamo iniziare immediatamente, mettendo fine a ogni dubbio sulla validità della nostra identità e delle nostre scelte. Le mie sorelle hanno percepito l’urgenza della mia richiesta e hanno verificato. Man mano che arrivavano le risposte, ogni singola persona elencava come produttore Teva o aziende collegate a essa.
Come è possibile che questa azienda israeliana abbia un così grande ruolo nel mercato degli ormoni per il cambiamento di genere? Come mai il mio corpo si ritrova ancora una volta come un campo di battaglia, un insediamento, un pedone in questo gioco sionista?
[…] Spero che tutte le persone trans, GNC [Gender nonconformity?] e queer che leggono il mio appello ci aiuteranno a far passare il messaggio forte e chiaro: il sionismo ha cercato di legare la liberazione trans all’oppressione palestinese, ma noi rifiutiamo questa realtà».
Viva la resistenza al capitalismo! Car* compagn*, non esiste che una soluzione: il boicottaggio!!! Ahaha, si, proprio così!!! Vedrete come abbasseranno la cresta quando non venderanno più i loro flaconi di ormoni!!!
E quindi, per noi trams (sia MtF che FtM), non esiste che una soluzione: resistere!!!
Car* compagn*, dobbiam* tutt* boicottare questi ormoni, e imparare a farne a meno!
Lo so, inizialmente sarà duro (ops, volevo dire dura, meglio dur*), e ci sveglieremo la mattina (o il mattino? nel dubbio, mattin*) con un cazzo duro e senza una figa (cioè, non nel senso, volevo dire, vabbè), ma comunque dobbiamo resistere per fare crollare il capitalismo!!!
Baci a tutt*
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(◐ω◑ )