In Israele è tutto pronto per il sacrificio della giovenca rossa?

Qualche anno fa la stampa internazionale annunciò la nascita della “giovenca rossa dell’Apocalisse” in Israele, il cui sacrificio per l’ebraismo propizia la ricostruzione del cosiddetto “Terzo Tempio” e la venuta di colui il quale essi considerano il Messia. Secondo indiscrezioni riportate anche dai media italiani (che purtroppo ignorano la differenza tra “vitello” e “giovenca”), la povera bestia potrebbe esser stata generata attraverso la manipolazione genetica, con l’inserimento di embrioni di bovini rossi in mucche d’allevamento, allo scopo di produrre un animale “perfetto” atto al sacrificio (il suo manto deve essere interamente rosso e non contenere nemmeno un pelo bianco o nero).

Dietro a tale progetto c’è un gruppo fondamentalista (ma con solidi agganci istituzionali) internazionalmente riconosciuto come Temple Institute, il quale da decenni si dice pronto a compiere il sacrificio sulla Spianata delle Moschee. Non è un caso che tra le motivazioni dell’assalto del 7 ottobre 2023, Hamas abbia inserito anche l’impellente necessità di fermare la costruzione del Terzo Tempio.

Sembra che i lauti finanziamenti ricevuti da tale organizzazione le abbiano consentito per l’appunto di avvalersi delle tecnologie più avanzate per la creazione della “giovenca perfetta”; inoltre secondo alcune testimonianze pare che come “incubatrice” sia stata scelta inizialmente una mucca di razza Angus dal Nebraska, mentre infine nel 2022 è stato confermato (fonte: Jerusalem Post) che cinque giovenche rosse sono giunte dal Texas per il tramite della ONG ebraico-cristiana Boneh Israel, allevate nel ranch di Byron Stinson, uno dei tanti fondamentalisti evangelici d’oltreoceano convinti che l’esistenza stessa di Israele sia prodromica alla seconda venuta di Cristo, che questa volta verrebbe accettate come Messia anche dagli ebrei (i quali di conseguenza dovrebbero diventare cristiani, ma questa parte viene sempre omessa o affermata a bassa voce).

Un rabbino ispeziona una giovenca rossa (Jerusalem Post)

Si consideri anche il fatto che molti volontari americani corsi a combattere a Gaza sfoggiano orgogliosamente sulle divise lo stemma del “Terzo Tempio” con la frase dall’Haggadah di Pesach “presto, nei nostri giorni” [במהרה בימינו].

Come riportano varie fonti, sembra che proprio “nei nostri giorni” un gruppo di coloni ebrei dell’insediamento di Silo in Cisgiordania abbia iniziato a radunare le cinque giovenche rosse texane presso un sito archeologico allo scopo di selezionare la più atta al “rituale di purificazione”. Nello stesso luogo mercoledì 27 marzo è stata tenuta una conferenza (strettamente in ebraico) allo scopo di illustrare le modalità con cui il sacrifico verrà compiuto, con tanto di “visita guidata” al piccolo allevamento di vacche.

Secondo le testimonianze raccolte del Middle East Eye, la conferenza è stata inaugurata dall’annuncio del direttore del sito archeologico di Silo (che è anche un militare), Kobi Mamo, che Hezbollah avrebbe scoperto l’evento e lo avrebbe segnalato su Telegram.

In effetti sui social media arabi, non solo libanesi (e palestinesi) si sta discutendo molto della questione, tra ironia e reale preoccupazione, come dimostra l’analisi del professore palestinese Abdallah Marouf, docente di storia islamica presso un’Università di Istanbul, il quale afferma che l’organizzazione per il Terzo Tempio conta sul fatto che una volta eseguito il rituale di purificazione, verrà rimosso il divieto ufficiale dal rabbinato israeliano di occupare la moschea di Al-Aqsa, imposto proprio a causa dell’impurità cerimoniale che caratterizzerebbe attualmente il luogo.

Considerando anche il fatto che il Temple Institute un mese fa ha diramato un bando per assoldare rabbini in grado di praticare il rituale di purificazione e che le cinque giovenche avrebbero inoltre già raggiunto l’età minima che le rende atte al sacrificio (due anni e due mesi), per Marouf la “profanazione” sarebbe imminente: a suo dire essa verrà perpetrata il secondo giorno del mese ebraico di Nisan, che quest’anno coincide esattamente con la fine del Ramadan (10 aprile 2024).

Come riporta ancora il Middle East Eye, un attivista di lunga data per la ricostruzione del Terzo Tempio, Boruch Fishman, confermerebbe le difficoltà principalmente “politiche” più che religiose che l’atto comporta, a partire dalla necessità di ottenere il permesso dalla Knesset per svolgere la cerimonia («Dall’occupazione di Gerusalemme Est nel 1967, il governo israeliano ha mantenuto le rigide restrizioni dell’era ottomana sulla preghiera e sulla presenza ebraica nei cortili della moschea di Al-Aqsa»).

Per quanto riguarda il Rabbinato Capo di Gerusalemme, l’unica opposizione è rappresentata dall’esigenza di purificare il luogo, come sancisce un editto del 1921 che vieta agli ebrei di entrare nel sito a meno che, per l’appunto, non lo abbiano ritualmente mondati tramite… le ceneri dell’olocausto di una giovenca rossa. Un professore dell’Università di Bar Ilan ha stimato che le ceneri di una sola giovenca diluite in acqua potrebbero bastare per 660 miliardi di purificazioni.

Non si sa se i militanti del Temple Institute siano pronti a un “atto di forza” per compiere il sacrificio anche in violazione di ogni norma civile e religiosa. Negli anni passati costoro avevano già cercato di eseguire sacrifici rituali nei cortili di Al-Aqsa durante la Pasqua ebraica, ma erano sempre stati respinti dai soldati israeliani. È difficile però non sospettare che i “rabbini dell’apocalisse” possano approfittare dell’attuale confusione per mettere Israele e il mondo intero di fronte al “fatto compiuto”.

3 thoughts on “In Israele è tutto pronto per il sacrificio della giovenca rossa?

  1. Quanto tempo è che questi rompono le palle con queste stronzate? Tremila anni? Non ci libereremo mai di questo cancro? Ciò detto, se anche dovessero mettersi a fare davvero queste manfrine, non succederà nulla come al solito. Continueranno a starnazzare come oche cocainomani in quel cortile nel deserto e noi a morire una lenta morte dai mille tagli. Niente mai accade.

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