Nel suo volume del 1928 dedicato a Lutero, Cartesio e Rousseau Trois Réformateurs (tradotto in italiano dalla Morcelliana e ristampato in numerose edizioni nei decenni successivi), il filosofo cattolico francese Jacques Maritain riporta come l’eresiarcsa Martin Lutero fosse un sostenitore dello stupro delle suore a scopo “liberatorio”:
«Dopo un ratto di religiose che ebbe luogo la notte del Sabato Santo 1523, Lutero chiama il borghese Koppe, organizzatore della gloriosa impresa, un “ladro felice”, e gli scrive: “Come Cristo, voi avete tratto queste povere anime dalla prigionia della tirannia umana, e avete ciò fatto in un periodo provvidenzialmente indicato, in quell’ora di Pasqua, in cui Cristo distrusse la prigione dei suoi”. Lui stesso era circondato da religiose rese così alla natura. La sua Caterina Bora [Katharina von Bora, moglie di Lutero, ndr] era una di quelle.
Curioso notare come un ignobile disprezzo per la donna sia il prezzo normale di questa guerra contro la verginità cristiana: “L’opera e le parole di Dio ci dicono palesemente che le donne devono servire al matrimonio o alla prostituzione“. “Se le donne si logorano e muoiono a forza di produrre, non v’è in ciò alcun male; muoiano pure purché producano; sono fatte per questo“. (Discorso sul matrimonio, 1522). E non cito che ciò che si può trascrivere.
Non ricevere invano la grazia di Dio, grida agli ecclesiastici incitandoli a violare il voto di castità. “Non v’è che un breve momento di vergogna da superare; poi verranno gli anni belli, pieni d’onore. Che Cristo ti dia grazia affinché, con il suo Spirito, queste parole divengano vita e forza nel tuo cuore”. Effonde la sua compassione sui poveri giovani e giovanette cui tormenta il fuoco dei sensi, e impiega il suo zelo evangelico a liberare la loro libidine, insieme dichiarando che “nulla può guarire la libidine, neppure il matrimonio, – libido nullo remedio potest curari, nequidem coniugio, – poiché la maggior parte dei coniugati vive nell’adulterio”. Di fatto si può osservare una certa affinità fra la libidine luterana e quella freudiana».
Il puritanesimo è dunque una reazione pressoché consequenziale al rifiuto del celibato religioso da cui è partita tutta la Riforma, e da ciò ne deriva altresì la profonda perversione dei costumi che sembra paradossalmente, ma solo all’apparenza, caratterizzare le società più dedite a seguire tale morale.
Mi fa piacere che hai dedicato un articolo a Maritain e al suo I tre riformatori (tra le sue migliori opere). Se ti interessa, a breve verrà pubblicato un mio libro sulla filosofia morale del filosofo.
https://blog.messainlatino.it/2024/02/migliaia-di-minori-abusati-tra-i.html