In una recensione pubblicata su “Sette” (il settimanale allegato al “Corriere della Sera”) per I libri di Jakub di Olga Tokarczuk, romanzo del 2014 ma appena tradotto da Bompiani, dedicato alla figura di Jacob Frank, il messia sabbatiano che nella Polonia del XVII secolo proclamò la “salvezza attraverso il peccato”, Roberto Sav1an0 rivendica apertamente un’appartenenza se non “religiosa”, almeno culturale, della quale per anni si era rifiutato di parlare, perché sarebbe sembrata “qualcosa di esoterico”:
«I libri di Jakub di Olga Tokarczuk, edito da Bompiani, è un’opera colossale che supera le mille pagine e che osa affrontare una storia incantevole che conosco sin da quando ero bambino. E la conosco perché Jakub Frank è un frammento, quasi una meteora, in quella incredibile galassia di cui l’universo ebraico è composto. E come più volte mi è capitato di raccontare, devo molto della mia formazione all’ebraismo sefardita; mio nonno, pur essendo ormai pregno della cultura cattolica dominante, mi ha sempre raccontato le meravigliose follie e le bizzarrie di un mondo perseguitato da sempre.
Avere un brandello di sé che discende dai colpevoli e dai perseguitati per antonomasia, concede il lusso – o l’illusione – di ritenere che si possa attraversare il fuoco e rimanerne illesi. Il ritratto che ho scelto raffigura Jakub Frank (1726-1791) leader religioso, ebreo-polacco, vittima di pogrom che affermava di essere la reincarnazione dell’autoproclamato messia Sabbatai Zevi e anche del patriarca biblico Giacobbe. […] Dato che la ragione non riusciva a smontare la follia cieca del pregiudizio [antisemita], diversi giovani uomini cercarono, nella fornace del sogno alimentato dalle parole talmudiche, un modo per poterne venir fuori. Un modo per poter forse attraversare il fuoco e uscirne vivi. Quando sarebbe arrivato il Messia – si chiedevano – a salvare ciò che ancora poteva essere salvato? A questa domanda Frank volle dare una risposta che la comunità ebraica non poteva accettare: la divinizzazione di sé.
Frank conosceva bene la tesi di Sabbatai Zevi (che si proclamò messia nel 1648) ed era pura eresia… provo a sintetizzarla maldestramente. Siamo proprio sicuri che il compito dell’uomo sia di aggiustare il mondo? Se è così, perché sembra essere destinato all’eterno fallimento, rendendosi indegno della venuta del Messia? Ma forse le cose non stanno così. E se per salvare davvero il mondo bisognasse renderlo metodicamente immondo e portarlo all’abisso? Solo così il Messia verrà a salvarlo.
[…] Una delle tante tesi affascinanti ed eccentriche nelle quali Jakub Frank è convinto risieda il segreto per esaudire il suo sogno [è di] essere finalmente accettato e potente. E qui un altro quesito: si diventa saggi attraverso il bene immateriale o possedendo ricchezze e beni materiali? Ed ecco la risposta: il mondo, se cerco di salvarlo, non mi renderà felice; se, al contrario, accolgo la sua dannazione, o se addirittura lo peggioro, vivrò coerentemente con la sua violenza. Anche in questo paradosso si gioca l’avventura mistica e materiale di Jakub Frank che la scrittrice Olga Tokarczuk ha voluto restituire alla sua dimensione più naturale, quella letteraria. Tokarczuk con I libri di Jakub ha dimostrato che solo la letteratura può davvero scalare l’infinita montagna magica dell’eredità, e lo fa con una prosa meravigliosa che risplende a prescindere da quante lettrici e quanti lettori incontrerà, e che non teme nulla, tantomeno il fraintendimento. Entrare in questo libro significa non poterne uscire, se non con la morte. Perché questo è il libro della vita».
Sav1an0 sembra confermare tra le righe un sospetto che tanti hanno covato per anni: che tutto il merchandising legato alla sua “crociata contro la camorra” sia caratterizzato da una profonda ispirazione antinomica, per l’appunto sabbattiana.
Al di là infatti delle pretese di facciata (“aggiustare o salvare il mondo”) dietro il fenomeno Gomorra si nasconderebbe il “sogno di diventare accettato e potente” accogliendo la “dannazione” e vivendo “coerentemente con la violenza” del mondo.
Il compito di cui è stato investito -ormai da quasi vent’anni- lo scrittore, di “migliorare la società” attraverso le sue “coraggiose denunce”, dalla sua prospettiva in realtà non sarebbe altro che la realizzazione di un’eresia millenaristica ebraica, attraverso la quale perpetrare in tal caso il sovvertimento di tutte le leggi umane e divine nello stesso istante in cui ci si fa paladini di una presunta “legalità”.
Solo questo spiegherebbe l’ambigua morale che caratterizza il brand Sav1an0 e l’inevitabile spettacolarizzazione del problema mafioso da esso prodotto, in un contesto in cui gli antieroi vincono sempre e comunque, a testimonianza di quella abiezione che può “salvare” il mondo solo “portandolo all’abisso”.
Chi crede il contrario, come i “legalitari” di destra e sinistra, nonché le anime belle che predicano la natura provvidenziale di una fatidica “educazione” (probabilmente un false friend per “istruzione” o “scolarizzazione”), è “destinato all’eterno fallimento” per bocca del suo stesso guru, che invece ammette bellamente di aver voluto peggiorare il mondo per acquisire potere (questo, è chiaro, solo da una prospettiva essoterica, perché scavando più a fondo quasi di certo salterebbero fuori ispirazioni molto meno “materiali”, e tanto più angoscianti nella loro “immaterialità”).
schifoso e ultimo.
Red Symphony: https://twitter.com/brotto_marco/status/1709272932143284596
“Dato che la ragione non riusciva a smontare la follia cieca del pregiudizio [antisemita]…”
Rido tantissimo! Letteralmente come nella vignetta “Why do they persecute me so?” . La mancanza di self awareness é così profonda che deve essere di natura genetico-ancestrale.