Turkish Airlines celebra i 90 anni dalla sua nascita: “La nazione turca ha conquistato i cieli”

La Türk Hava Yolları, conosciuta internazionalmente come Turkish Airlines, celebra i 90 anni di attività con uno spot che ha già ottenuto milioni e milioni di visualizzazione sui social. In esso, un pilota proveniente dal 1933 (“L’anno in cui la nazione turca ha conquistato i cieli”) giunge all’odierno aeroporto di Istanbul e viene scortato da un collega del 2023 che gli illustra i progressi della linea: “Siamo la compagnia aerea che vola nella maggior parte dei paesi del mondo”.

La Turkish Airlines è anche nota per le sue simpatiche campagne promozionali che, ad onta del politicamente corretto, invitano i passeggeri a visitare le altre nazioni e continenti per trovare una conferma ai propri pregiudizi.

Il confronto con uno degli spot di ITA Airways (che comunque gli italiani non sanno pronunciare) è impietoso, non solo per la “differenza di età” (attualmente la nostra compagnia di bandiera ha… poco più di 2 anni) e per l’intenzione di dare un taglio “internazionale” che in realtà si rivela squallidamente globalista (“C’è un’Italia in cui si parla l’italiano, ma non solo”), ma anche per il messaggio piuttosto stereotipato sulla presenza a bordo degli aerei de “la moda, lo stile, il design e i piatti di uno chef stellato”, che conferma paradossalmente l’idea che la Turkish Airlines offre del nostro Paese (Pinocchio e un pizzaiolo).


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One thought on “Turkish Airlines celebra i 90 anni dalla sua nascita: “La nazione turca ha conquistato i cieli”

  1. Il video della Turkish non si può confrontare con quello di ITA perché è celebrativo, il messaggio è diverso l’enfasi è sulla nostalgia, sul come eravamo, come siamo e quanta strada abbiamo fatto, come i nostri sogni ( della company e della Turchia si sono realizzati) guardiamoci e guardateci in quanto turchi…e ahimè io l’ho trovato white washed, senza identità, senza il sapore locale (neanche stereotipato), un appiattimento globalista totale, nell’estetica, nel casting, nel carattere.
    Il messaggio che passa è: negli anni ‘30 eravamo come voi, acconciati e acchitati come a Parigi, Berlino, Londra e oggi lo siamo ancora di più, neanche un baffone, un fez, un minareto, un sorvolo sul Bosforo, una hostess o uno scaricabagagli vagamente esotici, turcomanni, completamente deislamizzato, di identitario -perché una compagnia di bandiera è brand nazionale- c’è solo una bandierina. Recep sarà incazzatissimo!

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