Anni ’50: un padre di famiglia torna a casa e…

Anni ’50: Un padre di famiglia torna a casa e trova sua moglie ad aspettarlo sulla soglia della sua villetta.

– Buonasera, caro. Come è andata oggi?
– Ma quale “buonasera” e “buonasera” d’Egitto. Ho lavorato tutto il pomeriggio e l’unica cosa che mi attende qui, nella mia modesta villa palladiana acquistata con ben 300 lire [oggi equivalenti a 2 milioni di euro], è una donna sciatta e imbolsita con le sue chiacchiere da sciacquetta impertinente. Vuoi proprio sapere come è andata, oca? Oggi, mentre portavamo ad essiccare all’aria dei mattoni in argilla, il povero Giannumberto cadendo si è sbucciato un ginocchio e si è preso la difeterellosi perché non ha ancora potuto ricevere il punturone con le 72 varianti di parateftantoiolo da siero di agnella vergine, nonostante abbia ormai compiuto dieci anni e lavori almeno da cinque (ha iniziato tardi). È pronta la cena? Fila subito in cucina!

A tavola lo aspettano i suoi tre figli silenziosi e composti. Il Capostipite scansa con un calcio nel didietro la sua schiava per accomodarsi meglio sulla sua sedia a forma di trono e comincia a sbattere le posate sul tavolo per sollecitare la consorte nella somministrazione delle pietanze. Nel frattempo il figlio più piccolo ardisce a profferire sommessamente un “Vi voglio bene, Sire…”. Il Gran Sacerdote va su tutte le furie:

– COSA? COSA DEVONO SENTIRE LE MIE ORECCHIE? Oggi il mio subalterno Eraldo Maria ha perso tutti e quattro gli arti scivolando in un cementizio mentre era intento a mescolare malta e pietre, ed ha solo qualche anno in più di te! Lui è già tornato a spaccarsi la schiena con quattro protesi d’amianto montate sul momento, mentre tu sei ancora qui a mangiare a sbafo sulle spalle di questo asino che sarei io! E devo pure sentirmi dire certe insolenze! “Ti voglio bene”? È per colpa degli uomini della tua pasta, invertebrati senza midolla, che abbiamo perso ad El Alamein!

Nel profferire tali severi ma giusti giudizi, il Progenitore tira in faccia al figlio un bicchiere pieno di vino rosso Bardamone Riserva [oggi a 1.300 euro alla bottiglia, all’epoca utilizzato per il pediluvio o come collutorio]. La sua ira viene smorzata dalla dolce metà che, col volto rigato di lacrime e sangue, porta un vassoio da 800 grammi di pasta che il capofamiglia divora avidamente fissando negli occhi gli astanti, nutriti invece con un maccherone a testa (mentre la madre onestamente digiuna per mantenere la forma).

Alla seconda pietanza, una bistecca di 3 chilogrammi e mezzo di stambecco del Carso [specie successivamente estintasi in tutta Europa], riesplode la collera del Patriarca:

– Per caso quel tuo cervello di gallina ti ha costretta a cuocere questa carne con una bomba termonucleare? Per caso il signor Palmiro Togliatti ti ha ordinato di cucinare queste due, e dico DUE!!!, lire di carne [oggi equivalenti a 888 euro] seguendo qualche ricetta sovietica in cui al posto delle braciole si usano le suole delle scarpe? Per caso il Presidente degli Stati Uniti d’America ti ha detto che siccome stiamo facendo la bella vita col suo Piano Marshall allora dobbiamo sprecare le cose comprate con i loro soldi per rimanere umili e poveri? Fila subito nella nostra seconda camera da letto che poi regoliamo i conti.

Dopo aver cominciato a malmenare l’ancella come anticipo delle percosse che prenderà, e dopo aver somministrato una giusta dose di calci e schiaffoni anche ai figli perché non ringraziano mai il loro genitore per tutti i sacrifici fatti affinché crescano sani e senza scurbotellite o vaiolo delle lumache, il Sommo Pontefice si reca nella prima camera, adibita a spogliatoio e pensatoio personale. Ed ecco che lì, di fronte allo specchio, comincia a riflettere:

– Caro il mio Antonclaudio Gianfiliberto Santanastasio, lavori davvero troppo e forse ti sta venendo la malattia che quegli assassini degli americani ora definiscono “stress”. Probabilmente dovresti aumentare le dosi giornaliere di vino rosso e sigarette, come ti ha consigliato anche il medico. Prego Nostro Signore Gesù Cristo Pantocratore e la Madonna del Soccorso e della Difesa dell’Onore che mi sostengano e mi aiutino nell’offrire un futuro migliore ai miei figli. Con il mio misero salario ora non posso che permettermi una casa di appena due piani, un orto, due modeste utilitarie, e mettiamoci pure tre bocche da sfamare, anzi quattro se aggiungiamo quell’ingrata fannullona di mia moglie (la dimentico sempre perché è una nullità e mi serve solo da incubatrice). Mi auguro davvero che il Partito Demonazionalcomunista Socialrepubblicano ora al governo mantenga la promessa di aumentare del 500% gli stipendi medi e di offrire contributi a chi vuole espandere il proprio patrimonio immobiliare in maniera abusiva. Io ho quasi quarant’anni e non posso permettermi di lavorare per altri cinque -o addirittura dieci!- anni in attesa della pensione. Davvero rischio di rimetterci la pelle. Aiutami Gesù Salvatore Giudice Supremo dell’Intiera Creazione. Amen.

Il Pascià ora è a letto con la sua proprietà. Dopo qualche minuto di amplesso rigorosamente non soddisfacente per la sua vassalla, le tira uno schiaffo perché in procinto di assopirsi e le domanda digrignando i denti:

– Ho letto sulla rivista “Selezione Italia Lustrata a Stelle Strisce Viva l’America” che ora quei gangsters d’oltreoceano hanno inventato un esame psicologico per le coppie di sposini. Si chiama “la conta dei corpi”: il marito, in maniera perentoria e afferrando con veemenza il polso della sottomessa, deve obbligarla a confessare con quanti uomini ha parlato a tu per tu prima di conoscerlo.

Dopo aver proceduto all’operazione, il Despota Orientale si sente rispondere con un filo di voce:

– A parte i miei quindici fratelli e mio padre, non ho mai parlato con nessuno, mio unico signore! Una volta sola venni convocata dall’Ultrarettore dell’Accademia di Sartoria che poi mi premiò con un grembiule da cucina per aver perso due dita nel telaio, ma all’incontro era presente anche Suor Belluina Ammazzamori. Ora però il vostro pugno ha smosso il mio encefalo da zanzara facendomi ricordare di essermi ritrovata da bambina in una stanza con il cugino Adalambrogiolo mentre eravamo entrambi affetti dalla febbre emorragica dei macaoni.

Il Supremo Reggitore si erge dalle lenzuola con gli occhi iniettati di sangue e le intima a frustate di rivelare dove si trovi ora l’infido parente:

– È morto durante la guerra! Sia i partigiani che i fascisti credevano fosse una spia, quindi l’hanno tagliato a metà con un’ascia e si sono spartiti le due parti per fucilarle ognuno per conto proprio…

– Molto bene. Zitta e dormi -, comanda ora il marito che si appisola soddisfatto, pensando che quell’insidiatore di vergini abbia avuto la lezione che si merita.

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