Ho visto che anche dalle nostre parti è giunta l’espressione Christcuck, italianizzata in “cristocucco”, per indicare un cristiano che ha tradito la propria patria, la propria stirpe e il proprio popolo in nome di una religione trasformata in una ideologia melensa e buonista. Il termine cuck è un’abbreviazione di cuckold, insulto riferito a un uomo tradito dalla propria moglie che attraverso agenzie comunicative come 4chan ha assunto un significato politico.
Non condivido l’importazione di un concetto profondamente americano in un contesto come quello italiano, nonostante possa comprendere che dopo oltre dieci anni di bergoglismo il cattolicesimo abbia perso quasi tutte le sue caratteristiche di basatezza.
Mi lascia tuttavia decisamente con l’amaro in bocca scoprire di esser stato anch’io definito “cristocucco” da qualcuno, come se il solo fatto di credere in Cristo o addirittura essere un cattolico tradizionalista debba implicare per forza la condizione di “cuculaccio”.
Partiamo da un dato di fatto: la paternità dell’espressione Christcuck non parte da un contesto pagano, neopagano, ateo, anticristiano ecc.. ma dalla cosiddetta alt-right, che naturalmente non condivide certi presupposti, anzi considera precisamente gli stessi “neopagani”, nonché i famigerati Atei e degli Agnostici Razionalisti dei poveri cuculacci, che pensano che l’unico libro sacro da attaccare sia la Bibbia (o, se destrorsi, eventualmente il Corano) e contestano la religione solo in base a squallidi teoremi pseudo-illuministi e medio-progressisti.
Dunque chi ha coniato l’espressione di certo non pensava di utilizzarla per indicare, ad esempio, un polemista come Nick Fuentes, considerato un “cattolico integralista”. E personalmente trovo imbarazzante che qualcuno si azzardi a definirmi così, nel momento in cui magari egli sta adottando la prospettiva di una religiosità seconda, che per lo Spengler lo rende complice del “tramonto”, mentre io, giusto per citare un caso, con San Tommaso alla mano dimostro come l’immigrazionismo di Bergoglio non abbia nulla a che vedere con il cattolicesimo, e nemmeno col cristianesimo tout court.
Ad ogni modo, posso ammettere, come dicevo, che nel contesto americano il cristianesimo abbia subito talmente tante distorsioni da esser diventato un elemento degradante nella vita quotidiana delle persone. Del resto basta dare un’occhiata a r/Christianity, uno dei reddit religiosi maggiormente frequentati: il post più popolare di sempre riguarda una manifestazione di scuse alla comunità LGBT, che testimonia la natura liberal della maggior parte degli utenti; è altresì presente qualche sparuto commento un po’ più “ispirato” (Pasqua 1956 a New York o una Bibbia paterna tutta appuntata); e infine, il peggio del peggio, le discussioni sul sesso.
Esse si dividono sostanzialmente in due categorie: maschi vergini che usano il cristianesimo come meccanismo psicologico adattativo per sopportare il fardello dell’astinenza (considerate che gli anglofoni sono quasi tutti protestanti e la loro religione è nata precisamente con l’obiettivo di scoparsi le suore) e “donne cristiane” (virgolette d’obbligo) che sono giusto un po’ depresse per aver perso la verginità col primo che passa.
Da tali premesse, qualche cattolico ha proposto di evangelizzare gli incel, presentandogli la religione come una “valvola di sfogo” (high intensity channel) e un “mezzo per capire le donne”. Ecco, questo è essere cristocucchi, e chi utilizza la definizione in altro modo partecipa della confusione e diventa quindi parte del problema.
In generale, come segno di pace, inviterei alla lettura del libro del Siracide (Ecclesiasticus), che non a caso è considerato ispirato dai cattolici e non dai protestanti.
In che senso ti è stato detto alle spalle?
Il cuckoldismo lo si potrebbe considerare come implicito nel cristianesimo sin dalle sue origini. Magari chiamarti cristocucco quando sappiamo che sei cattolico sarebbe semplicemente pleonastico.