Il 31 luglio 2023 è iniziata la demolizione della Église Saint-Corneille-et-Saint-Cyprien a La Baconnière (dipartimento della Mayenne). La chiesa, la cui navata risale al XII secolo ma è stata ricostruita nel 1864, era chiusa al pubblico dal 2014 e pochi anni fa aveva subito danneggiamenti al tetto in conseguenza di una tempesta.

Il costo del restauro, a spese del comune che ne era proprietario, è stato giudicato troppo oneroso e nel gennaio di quest’anno il sindaco ha deciso per la demolizione dopo il decreto di sconsacrazione emesso dal Vescovo di Laval. Secondo la stampa, la spesa totale sarebbe stata di 6 milioni di euro (ma c’è chi dice forse 200mila)

I residenti del piccolo comune (di circa 1900 abitanti), rimasti sconvolti dalla decisione, si sono riuniti per sentir le campane della chiesa l’ultima volta (che per l’occasione sono suonate a morto).

La chiesa non verrà ricostruita (già da anni gli abitanti di La Baconnière sono abituati a recarsi a una decina di chilometri di distanza per seguire la messa): le autorità hanno deciso di rimpiazzare l’edificio con un non meglio specificato “luogo simbolico di aggregazione”.

Secondo un rapporto sullo stato del patrimonio religioso appena pubblicato, entro il 2030 potrebbero scomparire tra le 2.500 e le 5.000 chiese francesi. Lo scrittore cattolico Marc Eynaud ha denunciato a Le Figaro il disinteresse da parte delle istituzioni per la manutenzione del patrimonio (“Appena il 3% del bilancio del Ministero della Cultura è stato destinato allo scopo”), che non riguarda solo restauri ma anche dettagli all’apparenza insignificanti, come i cavi scoperti, una delle cause dei numerosi incendi che negli ultimi anni hanno devastato diversi edifici sacri.

Secondo Eynaud al disinteresse, a volte colpevole, dei politici, il quale favorisce anche “furti e profanazioni”, corrisponde invece un “attaccamento viscerale” dei cittadini francesi alle loro chiese, viste non solo come espressione della fede ma anche come “anima delle loro città e quartieri”.