Diciamo le cose come stanno: dell’antifascismo me ne frego, ma un partito come il PD che ha fatto l’intera campagna elettorale contro la nuova Ducessa Giorgia Meloni, adesso dovrebbe sparire dalla faccia della Terra, altro che Aventini. Invece no: durante tutta la giornata campale del 25 settembre i piddini sono riusciti a polemizzare sulle divisione dei registri ai seggi “per maschi e femmine”, lesiva a loro dire dei diritti delle “persone trans e non binarie” (così la famigerata Cirinnà, finalmente esclusa dalla vita politica del Paese) e in serata l’imbarazzante Serracchiani ha invitato in conferenza stampa a “fare una riflessione sul risultato della Lega” (sic).
Nessuno, a sinistra, ha provato nemmeno a contrastare questo “fascismo” tanto temuto: asserragliati nelle ZTL e convinti che i problemi del Paese reale siano appunto l’omobitransfobia e il “petro-sesso-patriarcato razzista” (ancora sic), i piddini sono riusciti a far arrivare al governo il fascismo peggiore, in una forma tecno-atlantista che nemmeno qualche distopia pasoliniana del dopoguerra avrebbe potuto concepire.
Del resto, i “resistenti” sono gli stessi che all’ultimo 25 aprile hanno marciato sotto le bandiere americane, ucraine e della NATO. Nessuna storia né dignità politica da rivendicare: solo un totale appiattimento alla cosiddetta “omogeneizzazione globale” (globohomo in inglese).
Non si riesce nemmeno a bearsi delle loro lacrime da coccodrillo, degli scleri “nonbinari” (o come si dice) in diretta su Instagram, perché il loro fallimento coinvolge tutto il Paese. E forse c’è qualcosa di più che una responsabilità indiretta: anche se i flussi elettorali dal 2018 al 2022 raccontano una storia diversa (leghisti ritardati che hanno votato un partito ultra-centralista -almeno su carta- il cui nucleo dirigente si estende dalla Garbatella a Tivoli perché “Salvini non ci ha dato l’autonomia”), c’è il lieve sospetto che molti piddini delusi abbiano scelto segretamente Fratelli d’Italia.
Penso infatti che molti automi residenti nelle ex Stalingrado d’Italia, avendo sempre fatto la crocetta per anni sul solito simbolo senza pensarci, all’ennesima “visita a sorpresa” dei fratelli rom in appartamento o all’ennesimo “profugo” balcanico-magrebino capitato nel quartiere a far festa, abbiano semplicemente deciso di “votare contro gli immigrati”. Svuotati mentalmente e spiritualmente, non sono riusciti a far altro che scegliere quel che gli ha suggerito il mainstream, nel bene e nel male.
Eppure la Meloni non gli darà neppure questo: già la stampa internazionale gongola per il fatto che anche il “governo di estrema destra” riuscirà a essere veicolo del Great Reset in Italia. Magie del satanismo politico: una “forza resistente” può rappresentare un’occasione di accelerazione, se il piano è già stabilito. Invece del blocco navale, avremo la moltiplicazione di senegalesi e bengalesi nelle periferie. Ma com’è possibile che ciò accada? Beh, guardate a cosa ha portato in Italia l’avvento dei no-vax (M5S) e degli anti-euro (Lega) al governo. Guardate al dopo Brexit e dopo Trump nel mondo.
La maggior parte degli italiani, in effetti, ha votato Fratelli d’Italia senza nemmeno pensarci: per esprimere un malessere viscerale nei confronti del governissimo Draghi, hanno preso la clava e battuto sulla fiamma. Hanno firmato con la X un contratto proprio perché non più in grado di leggerlo. Come si fa a commentare questo sfacelo? Eppure la causa del degrado intellettivo non è tanto nelle “tv di Berlusconi”, come si ama credere, ma in quella fazione che nella spartizione del potere post-fascista si fece assegnare l’ambito della cultura.
Sono loro che avrebbero dovuto impedire un tale decadimento della vita politica italiana, invece da comportarsi come “villan rifatti”. Perché si credono ancora la parte migliore del Paese, queste merde? Cosa gli è stato promesso, e da chi? Hanno portato l’unghia del mignolo del piede dell’MSI al 26% e ancora vogliono avere voce in capitolo, ripetendosi che “Mussolini ha vinto le elezioni” e “Adolf Hitler era un sincero democratico”.
Non che gli altri partiti meritino parole migliori. La Lega è incommentabile, più per i suoi elettori che per i suoi rappresentanti (anche se il simile conosce il simile). I Cinque Stelle sono esilaranti: il partito dell’anti-casta ha trasformato il Meridione in un vitaliziato (non sfugga il colore giallo, tipico della cancrena, che ricopre le solite zone d’Italia nei grafici postelettorali). L’immortale Silvio ha recuperato voti solo difendendo l’amico Vladimir (non ci voleva molto). Il “Terzo Polo” ha surclassato +Babilonia tra gli [omissis]. I micropartitini hanno preso lo 0,0% e ora proseguono la faida (fino all’ultimo voto!).
Però il PD è il vero responsabile di tutto questo. Ed è già un miracolo che non abbia ancora proposto un esecutivo tecnico con Klaus Schwab o Greta Thunberg come premier. Ma diamo tempo al tempo.