Dopo che è finita la versione russa del ghei pride (la sfilata dei wagneristi), possiamo finalmente tornare a parlare di cose serie: secondo l’intelligence britannica, la Russia starebbe utilizzando delfini, foche e beluga per condurre una serie di missioni nell’Artico nell’ambito del conflitto in Ucraina.
Come scrive il Ministero della Difesa inglese:
«Dall’estate 2022, la Marina russa ha introdotto importanti miglioramenti nella sicurezza della base principale della flotta del Mar Nero a Sebastopoli. Essi includono almeno quattro strati di reti e di boma all’ingresso del porto.
Nelle ultime settimane, queste difese sono state probabilmente rafforzate con un aumento del numero di mammiferi marini addestrati.
Le immagini mostrano quasi un raddoppiamento di recinti galleggianti per mammiferi nel porto, nei quali molto probabilmente si trovano dei delfini dal naso a bottiglia.
Nelle acque artiche, la marina utilizza anche balene beluga e foche. La Russia ha addestrato animali per una serie di missioni, ma quelli ospitati nel porto di Sebastopoli sono molto probabilmente destinati a contrastare i sommozzatori nemici».
(4/4) In Arctic waters, the navy also uses Beluga whales and seals. Russia has trained animals for a range of missions, but the ones housed in Sevastopol harbour are highly likely intended to counter enemy divers.
— Ministry of Defence 🇬🇧 (@DefenceHQ) June 23, 2023
L’addestramento dei mammiferi marini era il fiore all’occhiello delle “armi segrete” approntate dall’Urss, tanto è vero che nel 2000 anche l’Iran acquisì uno plotone di delfini killer sovietici per obiettivi rimasti oscuri.