Dai IRAN annienta ISRAELE non facciamo la solita figura da FROSCIONI

Come si fa a restare seri di fronte a una Apocalisse che non arriva mai? A parte che l’attesa dell’apocalisse in sé, oltre a essere l’apocalisse, è anche sovvertitrice della teologia politica tradizionale così come emerge già nel I secolo d.C. (alla faccia di tutti i sostenitori della tesi “pancostantinista”), ma lasciamo stare le chiacchiere, Dio bono (cit. A. Manzoni), che il tempo stringe.

Quello a cui pensavo è all’effetto involontariamente comico che in questo momento qualsiasi analisi razionale produrrebbe nel lettore. Mi riferisco, solo per fare un esempio, alla stizza di Aleksandr Dugin di fronte all’inanità iraniana: Observing with perplexity Iranian procrastination

L’attacco con i 200 o 300 droni non deve averlo impressionato, se è riuscito sì a definirlo come “grande epilogo della storia mondiale” sul suo portale, ma solo nella versione nepalese (cliccare per credere). Su Dugin non voglio aggiunger altro perché al momento ha comunque più diritto di parlare di qualsiasi altro commentatore sulla faccia della terra, visto che la guerra gli ha portato via una figlia. Forse solo da questo si potrebbe trarre una definizione di cosa deve essere considerato “guerra” nel contesto attuale: guerra è tutto ciò che si subisce direttamente nella vita di tutti i giorni. S’intende dunque senza scrollare la timeline di qualche social e galvanizzarsi come quel meme del Soyjak che sfodera il telefonino, ma aprendo semplicemente la finestra (già di per sé un gesto da effeminati, è vero).

Detto ciò, l’attacco dell’Iran a Israele è stata una mossa degli scacchi (scacco matto sionisti!) che paradossalmente mi fa provare simpatia per Teheran proprio nel momento in cui ha dimostrato tutta la propria debolezza: intendo dire che chiaramente è stata un’iniziativa al “risparmio” a tutto tondo, non solo dal mero punto di vista economico (e qui non capisco chi si metta a elogiare l’efficacia di un attacco militare quantificando i soldi spesi, in specie considerando che Israele può buttare nel cesso miliardi di dollari dei contribuenti americani quando vuole) ma anche geopolitico e strategico.

Cioè, si è trattato di un ammirevole beau geste vestfaliano (ti attacco con i fuochi d’artificio avvisandoti prima) in un contesto dove le forze del disordine vorrebbero prevalere sull’ordine internazionale. Essendo gli ebrei parte di tali forze del disordine, è prevedibile che non saranno capaci di apprezzare.

Inutile illudersi che gli ayatollah abbiano finto l’attacco più moscio di sempre per attirare Israele in una trappola e poi sfoggiare le “armi segrete” in grado di annientarlo in un nanosecondo: a tale favoletta crediamo ormai dalla Seconda guerra mondiale. È palese che gli iraniani non avessero bisogno di capire come funzioni il sistema antimissilistico di Tel Aviv buttando letteralmente al macero i loro unici mezzi a disposizione (gli stessi che forniscono ai russi in Ucraina, e che evidentemente non sono così eccezionali).

Ancor più ridicolo credere che Joe Biden possa stare dalla parte dell’Iran (questo è ciò che fa credere una certa propaganda trumpiana, che è bello trastare solo in tempi meno interessanti), e sia in grado di impedire qualsiasi intervento americano qualora il conflitto scaturisse in una forma di guerra guerreggiata. Peraltro quanto sta accadendo ora è una ripetizione pressoché identica del copione inscenato ai tempi in cui al potere c’era il ferocissimo Trump, colui il quale che avrebbe dovuto vendicare la vendetta iraniana per la vendetta americana contro un pasdaran eccetera eccetera.

Se Israele vuole sopravvivere, farà lui l’altra mossa “a sorpresa” (previo SMS o vocale Whatsapp) e that was that, come direbbero gli yankee assassini. In generale, il gioco delle parti è ciò che la politica americana definisce shitshow: nemmeno Bush avrebbe fatto qualcosa, figuriamoci una versione rincoglionita di Obama.

Per il resto, se fossi un palestinese di Gaza al quale gli ebrei hanno ucciso mezzo albero genealogico per puro sadismo, mi compiacerei della reazione iraniana. Coreografica quanto volete, ma cos’è stato in fondo l’attacco di Hamas? E cosa sono stati quasi ottant’anni di intifada senza alcun supporto concreto da parte dell’intera legione panarabista (e i persiani non sono arabi, giusto per ricordare)?

In conclusione, la mossa di Teheran è vincente nella misura in cui è assolutamente perdente: è un messaggio all’Occidente dei diritti umani e gay di tenere a bada la sua anima nera, di lasciare solo Israele, anche per un attimo, al cospetto del suo destino e delle sue responsabilità.

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3 thoughts on “Dai IRAN annienta ISRAELE non facciamo la solita figura da FROSCIONI

  1. Sono d’accordo con un commento anonimo letto su Internet tempo fa: se il giorno dopo devo comunque andare a lavorare, non è un Happening. Un vero happening modifica la routine di tutti i giorni.
    Ecco perché il fear porn sulla Terza Guerra Mondiale e le guerre lontane non sono veri happening, ma solo altre inutili schermaglie sui radar della civiltà europea in rotta verso una pacifica estinzione.
    In questo senso il covid19 fu un vero happening. Certo, di tipo passivo-aggressivo e ghei, ma senza precedenti e dalle conseguenze disastrose e fattuali.

    1. Mi viene commentare un qualcosa di simile, a cominciare che da due anni sentiamo strillare che i russi sono alle porte, Putin è ormai lì per lì nel buttarci la bomba atomica. Senza scordare il terribile cambiamento climatico, visto che questi mesi sono i più caldi dal 300 A.C., che ormai la Greonlandia è sciolta come un gelato al limon e moriremmo tutti come enuncia la dolce Greta.
      Siamo un passo dell’Apolicasse, prima però ho un appuntamento al bar, quindi posticipatela in seconda serata. Così mi ordino anche la pizza.
      Eh….

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