Pechino ha deciso di allargare le sue relazioni con l’Ungheria ad ambiti ulteriori rispetto a quello meramente commerciale: in occasione del 75esimo anniversario dell’instaurarsi delle relazioni diplomatiche in epoca moderna tra le due nazioni (1949-2024), il ministro cinese degli Interni Wang Xiaohong si è recato a Budapest per stringere importanti accordi nel settore della sicurezza, in modo da intensificare la collaborazione sulla lotta al terrorismo e al crimine internazionale.
A livello economico, l’Ungheria è da anni perno della cosiddetta “Nuova Via della Seta”, in quanto sede della più grande succursale di Huawei al di fuori dell’Impero Celeste (con grande rammarico della Commissione Europea, naturalmente sobillata da Washington) e della prima filiale europea del colosso delle auto elettriche BYD.
The future of the automotive industry is written in Hungary! The world's largest electric car manufacturer, @BYDCompany is building its first European car factory in Szeged. pic.twitter.com/44pOPaWYgk
— Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) February 24, 2024
I rapporti tra Cina e Ungheria sono un argomento piuttosto complesso nel campo delle relazioni internazionali, poiché la nazione magiara è da sempre inserita in un contesto dove l’indipendenza delle sue scelte è condizionata da fattori esterni, come, solo per riferirsi alla storia moderna, l’interdizione dell’Impero Ottomano a inviare missionari in Oriente, la distruzione apportata dalla Grande Guerra alla fitta di rete relazioni sorte durante il periodo austro-ungarico e, nel dopoguerra, l’influenza del deteriorarsi dei rapporti tra l’Unione Sovietica e i maoisti sulla “ripartenza” sino-magiara (della quale comunque, come si è visto, i due Paesi tengono a festeggiare regolarmente gli anniversari).
Anche in questi anni le pressioni euro-occidentali hanno esercitato il ruolo di “vincolo esterno” sui rapporti tra Fidesz e il Partito Comunista Cinese: si pensi solo al fatto che prima dell’avvento al potere la formazione di Viktor Orbán, perlopiù per polemizzare con i governi precedenti, era virulentemente anti-cinese e propagandatrice degli slogan pro-Tibet e pro-Taiwan. Dopo aver assistito ai ripetuti “tradimenti” occidentali, o averli presi come pretesto, evidentemente il leader ungherese ha preferito guardare a Oriente. La sua mossa sarà vincente sulla lunga distanza? A jövő majd megmutatja.