Londra è piena di “bidoni per i coltelli” inutilizzati

Da ormai una ventina d’anni le autorità londinesi disseminano la city di “cestini per i coltelli” (knife bin), letteralmente dei bidoni con un buco che dovrebbero invogliare i microcriminali a “smaltire le loro armi in modo sicuro e legale” (sic). L’iniziativa viene periodicamente rilanciata da sbirri e preti, figure nei confronti delle quale i suddetti microcriminali non provano che disprezzo, abituati come sono da prendere ordini da agenzie pubblicitarie e trapper. Ed è per questo che almeno dal 2006 non si è registrato un solo coltello gettato nel contenitori, contando anche il fatto che col passare degli anni a essi è stata aggiunta una fessura per i machete e le spade


Quanto è ridicola la Perfida Albione, che anche in questo si fa superare da oltre due secoli da Napoli, città che organizza periodicamente la “raccolta dei coltelli” nelle ceste posizionate sotto dei crocifissi (nel 2007 in Piazza del Gesù Nuovo durante la Via Crucis del Venerdì Santo ne sono stati bruciati a centinaia).

La più antica testimonianza di tale usanza (e ci riferiamo specificamente ai coltelli) risale al 1796, anno in cui durante la campagna italiana di Napoleone in vari territori dello Stato Pontificio si verificarono i cosiddetti “miracoli mariani”: oltre un centinaio di immagini della Madonna presero letteralmente vita al cospetto dei fedeli, muovendo gli occhi o cambiando espressione, come è documentato nel bel libro di Messori e Cammilleri Gli occhi di Maria appena ristampato dalla Ares.

In tale occasione i vescovi di diverse città italiane invitarono i delinquenti che avevano assistito al miracolo di abbandonare i coltellacci, e le conseguenze di tali appelli passarono alla storia: migliaia di armi vennero consegnate nelle ceste davanti alle chiese.

Non so invece come i barbari pitti abbiano cercato di convincere i propri malandrini, sempre più esotici e spietati (o tanti più esotici quanto spietati): cosa avranno promesso i chierici anglicani, delle gite speciali nelle città più gay friendly d’Inghilterra, oppure un posto nel Paradiso buonista che sarà comunque pronto ad accoglierli tutti (a meno che non abbiano fatto commenti transfobici mentre accoltellavano qualcuno)?

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