Vogliamo segnalare che la città di Milano (doppia Medaglia d’oro della Resistenza anche per il sostegno agli ucraini) è stata deturpata con scritte ingiuriose contro Sua Eccellenza il Presidente Mario Draghi. Perché questo attacco proprio ora che le cose stavano andando meglio? Forse è qualcuno che non ha voluto vaccinarsi, si è ammalato ed è morto, oppure ha contagiato e fatto morire? Oppure qualcun altro che ha preferito il condizionatore o il termosifone alla pace?
A parte le battute, c’è modo e modo di esprimere il dissenso: imbrattare una città pulita ed europea come Milano non è sicuramente il migliore. E poi: cosa significa paragonare una persona alla “merda”? Nella smorfia napoletana, il cosiddetto omm ‘e mmerda (che nella cabala corrisponde al 71), indicherebbe un “uomo senza valore”, “persona cattiva, disonesta, abietta ed egoista” che “viene definito in questi termini in quanto manca di decoro e di dignità ed è sempre pronto a sferrare dei colpi bassi”, nonché “una persona da evitare come la peste e con la quale sarebbe meglio non avere nulla a che fare” (fonte). C’è forse una sola di questa caratteristiche che possa essere attribuita all’attuale premier? Non ci pare proprio!
Inoltre la definizione di “vile affarista” ricalca un vecchio adagio statalista ormai anacronistico, di gente ancora convinta debba esistere una “industria nazionale” da difendere o proteggere dal libero mercato e dalla globalizzazione. È la stessa mentalità gretta di chi pensa che il suo posto di lavoro andrebbe salvaguardato a prescindere (ma il Presidente lo aveva chiarito subito appena insediato: “Sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche”) o di chi si illude che esista un qualche “diritto all’energia” quando si deve combattere una guerra santa.
Gli italiani civili, quelli che non si lamentano, che mettono la mascherina indipendentemente dal luogo in cui si trovano, che si vaccinano ed esibiscono il Green Pass rinnovato a ogni dose, che al prossimo inverno patiranno il freddo e vedranno chiudere attorno a sé migliaia di aziende accettando il sacrificio per un bene superiore, questi italiani sono gli unici a meritare un premier come Mario Draghi. Perciò che qualcuno di loro, in un’ulteriore esibizione del proprio valore civico, vada a cancellare tali scritte oscene e ripulisca una volta per tutte Milano dal negazionismo, dalla russofilia, dall’omofobia, dalla transfobia e dalle spinte xenofobiche (che comunque sono cose sempre implicite).