Come Yu Kung rimosse le montagne è uno dei più noti discorsi di Mao Tse-tung, pronunciato l’11 giugno 1945 al VII Congresso nazionale del Partito comunista cinese e pubblicato poi nel Libretto Rosso. Il testo di per sé costituisce una prova della natura ircocervica del maoismo, collocato a metà strada tra ideologia “occidentale”, tradizione sapienziale dell’Oriente e mitologie del Celeste Impero.
Per spiegare la sua rivoluzione al popolo, Mao riprende un tema del folklore cinese, la favola del “Vecchio pazzo che smuove le montagne”. In realtà tutte le traduzioni italiane considerano “Yu Kung” (愚公) come nome proprio del protagonista, quando invece questi caratteri significano semplicemente “vecchio folle o illuso”.
La storia è semplice: un vecchio vuole sbarazzarsi di due montagne che gli intralciano il cammino e perciò si mette a scavare con i suoi figli. Tutti lo prendono per pazzo, ma lui crede che un giorno le generazioni successive riusciranno a livellare le cime a colpi di zappa. Dio si commuove e invia due angeli sulla terra che si caricano le montagne sulle spalle e le portano in cielo.
È interessante osservare come i traduttori giochino sull’ambiguità del termine “Shang Di” (上帝), traducendo a seconda della propria sensibilità come Dio, Cielo, Signore Celeste. Di seguito riprendiamo il passaggio originale in lingua cinese e due traduzioni, una della Casa editrice in lingue estere per le Opere scelte (1969-1975) e un’altra da una antologia scolastica del 1968.
«Una antica favola cinese, intitolata “Come Yu Kung rimosse le montagne”, racconta di un vecchio che viveva tanto, tanto tempo fa nella Cina settentrionale ed era conosciuto come il “vecchio sciocco delle montagne del nord”. La sua casa guardava a sud e davanti alla porta due grandi montagne, Taihang e Wangwu, gli sbarravano la strada. Yu Kung decise di spianare con l’aiuto dei figli, le due montagne a colpi di zappa. Un altro vecchio, conosciuto come il “vecchio savio”, quando li vide all’opera scoppiò in una risata e disse: “Che sciocchezza state facendo! Non potrete mai, da soli, spianare due montagne così grandi”. Yu Kung rispose: “Io morrò, ma resteranno i miei figli; morranno i miei figli, ma resteranno i nipoti, e così le generazioni si susseguiranno all’infinito. Le montagne sono alte, ma non possono diventare ancora più alte; ad ogni colpo di zappa, esse diverranno più basse. Perché non potremmo spianarle?” Dopo aver così ribattuto l’opinione sbagliata del vecchio savio, Yu Kung continuò il suo lavoro un giorno dopo l’altro, irremovibile nella sua convinzione. Ciò impietosì il Cielo, il quale inviò sulla terra due esseri immortali che portarono via le montagne sulle spalle. Oggi due grandi montagne opprimono con tutto il loro peso il popolo cinese: una è l’imperialismo, l’altra il feudalesimo. Il Partito comunista cinese ha deciso già da tempo di spianare queste due montagne. Dobbiamo essere perseveranti e lavorare senza tregua, e noi pure commuoveremo il Cielo, e questo Cielo non è altro che il popolo di tutta la Cina. Se esso si solleverà per spianare con noi le montagne, perché non potremmo riuscirci?»
«Una antica favola cinese, intitolata “Come Yu Kung rmosse le montagne”, racconta di un vecchio che viveva tanto, tanto tempo fa nella Cina settentrionale ed era conosciuto come “il vecchio sciocco delle montagne del Nord”. La sua casa guardava a sud e davanti alla porta, due grandi montagne, Thaihang e Wangwe, gli sbarravano la strada. Yu Kung decise di spianare, insieme ai figli, le due montagne a colpi di zappa. Un altro vecchio, conosciuto come il “vecchio savio”, quando li vide all’opera scoppiò in una risata e disse: “Che sciocchezza state facendo! Non potrete mai, da soli, spianare due montagne così grandi”. Yu Kung rispose: “Io morrò, ma resteranno i miei figli; morranno i miei figli, ma resteranno i nipoti, e così la generazioni si susseguiranno all’infinito. Le montagne sono alte, ma non possono diventare ancora più alte; ad ogni colpo di zappa, esse diverranno più basse. Perché non potremmo spianarle?”. Dopo aver così ribattuto l’opinione sbagliata del vecchio savio, Yu Kung continuò il suo lavoro un giorno dopo l’altro, irremovibile nella sua convinzione. Ciò impietosì Iddio, il quale inviò sulla terra due angeli che portarono via le montagne sulle spalle. Oggi due grandi montagne opprimono con tutto il loro peso il popolo cinese: una è l’imperialismo, l’altra il feudalesimo. Il partito comunista cinese ha deciso già da lungo tempo di spanare queste due montagne. Dobbiamo essere perseveranti e lavorate senza tregua, e noi pure commoveremo Iddio, e questo dio non è altro che il popolo di tutta la Cina. Se esso si solleverà per spianare con noi le montagne, perché non potremmo riuscirci?»