Strage di Ustica: sono stati i francesi?

Giuliano Amato ha appena rilasciato a “Repubblica” un’intervista dirompente sulla strage di Ustica:

«La versione più credibile è quella della responsabilità dell’aeronautica francese, con la complicità degli americani. Si voleva fare la pelle a Gheddafi, in volo su un Mig della sua aviazione. Il piano prevedeva di simulare una esercitazione della Nato, una messa in scena che avrebbe permesso di spacciare l’attentato come incidente involontario. Gheddafi fu avvertito del pericolo e non salì sul suo aereo. E il missile sganciato contro il Mig finì per colpire il Dc9. L’ipotesi più accreditata è che quel missile sia stato lanciato da un caccia francese. […] Avrei saputo più tardi, ma senza averne prova che era stato Craxi ad avvertire Gheddafi. Non aveva interesse che venisse fuori: sarebbe stato incolpato di infedeltà alla Nato e di spionaggio».

Il grand commis allude anche ai depistaggi a cui avrebbe assistito in veste di sottosegretario nel 1986 (ai tempi in cui il governo Craxi tornò a occuparsi del caso su sollecitazione dell’allora Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, da sempre sostenitore della tesi del “missile francese”):

«Da principio i militari si erano chiusi in un silenzio blindato, ostacolando le indagini. E quando da sottosegretario ebbi un ruolo in questa vicenda, nel 1986, cominciai a ricevere le visite dei generali che mi volevano convincere della tesi della bomba. Capivo che c’era una verità che andava schermata. E la nostra aeronautica era schierata in difesa della menzogna. […] Non era del tutto irragionevole che i generali, per tenere al sicuro il segreto, si guardassero bene dal condividerlo con i politici, e la politica, da parte sua, non aveva convenienza a sapere fino in fondo. In ogni modo la verità risultava scomoda. Ed era meglio lasciarla sepolta. […] Un apparato costituito da esponenti militari ha negato ripetutamente la verità. Tutte queste persone hanno coperto il delitto per una ragion di Stato».

L’ex Presidente del Consiglio chiede poi al governo francese e persino alla Nato di “gettare luce su un terribile segreto di Stato”. Le affermazione di Amato dovranno necessariamente sortire ripercussioni politiche: già l’Associazione Parenti delle Vittime invoca un intervento forte nei confronti dei francesi affinché “si assumano le loro responsabilità”. Questa associazione sposa da tempo la tesi della “battaglia aerea” e la stessa portavoce su “La Stampa” ricorda ancora l’impegno di Cossiga nello stabilire la responsabilità transalpina, aggiungendo che “nella ricostruzione dell’ex Presidente della Repubblica era stato il generale Giuseppe Santovito quella notte ad avvisare Gheddafi”. Più precisamente, Cossiga, in veste di Presidente Emerito e Senatore a vita, affermò di esser stato informato dal generale (all’epoca direttore del SISMI) che “i Servizi Italiani avevano salvato il Colonnello Gheddafi da un attentato perché era stato avvisato di non partire con l’aereo oppure di tornare indietro dopo essere partito”.

Esiste tuttavia un’altra organizzazione dei familiari delle vittime, denominata “Associazione per la verità sul disastro aereo di Ustica”, che da anni invece caldeggia la tesi di un ordigno all’interno dell’aereo. Questa pista gode di un importante sostegno politico da parte dell’ex ministro Carlo Giovanardi (il cui attivismo è documentato dal portale Stragi80) e da Aurelio Misiti, anch’egli ex ministro berlusconiano ma soprattutto membro del collegio peritale che, tra il 1990 e il 1994, ha sostenuto l’ipotesi della bomba nella toilette.

Personalmente mi sono occupato di Ustica concentrandomi solo sulla cosiddetta “pista israeliana”, che a volte ha portato a conclusioni opposte rispetto a quella che sembra l’unica plausibile (una delle ricostruzioni, ad esempio, sostiene che il Mossad avrebbe abbattuto l’aereo per sabotare un accordo militare tra Baghdad e Parigi), oppure le ha avallate semplicemente cambiando l’identità dei colpevoli (ancora per citare, il generale Gerardo Serravalle ha sostenuto in un suo volume che l’operazione fosse sì stata condotta contro Gheddafi, ma che “ragionando per esclusione” aveva dedotto che la responsabilità non potesse che essere di Tel Aviv).

Strage di Ustica: è stato il Mossad?

Tuttavia, essendo reduce dalla lettura di un pezzo di François De Tonquédec per “La Verità” uscito con singolare tempismo (31 agosto!) che ricapitola le sentenze riguardanti la strage, propendo anch’io per la possibilità di uno “scenario bellico” attorno al Dc9 precipitato. Voglio ricordare, oltre alla linea tenuta da Cossiga anche nelle aule dei tribunali, la sentenza del 2011 del giudice del Tribunale di Palermo, Paola Proto Pisani, che condanna lo Stato a risarcire i familiari delle vittime escludendo tra le cause “quella dell’esplosione interna”, e affermando invece la attendibilità di “un evento collegato alla presenza di velivoli militari nelle immediate vicinanze del DC9 al momento della sua caduta”.

Inoltre, per quanto riguarda una sentenza spesso citata per smentire l’idea di un “missile”, quella della Corte d’Assise d’Appello di Roma del 2005 che assolve dall’accusa di alto tradimento dei generali dell’Aeronautica, va aggiunto che essa esclude al contempo anche quella della “bomba”:

«[Le ipotesi] dell’abbattimento dell’aereo ad opera di un missile o di esplosione a bordo non hanno trovato conferma dato che la carcassa dell’aereo non reca segni dell’impatto del missile e, nel caso della bomba all’interno dell’aereo, bisogna ritenere che l’ignoto attentatore fosse a conoscenza del dato che l’aereo sarebbe partito da Bologna con due ore di ritardo per poter programmare il timer con due ore di ritardo per l’esplosione visto che di criminali kamikaze che potessero essere a bordo allora non vi era traccia».

Infine, nella -comunque controversa- sentenza-ordinanza del giudice Rosario Priore che dovrebbe chiudere l’inchiesta, l’ipotesi della bomba viene giudicata improbabile (anche solo per il rinvenimento del copritazza del wc totalmente integro), mentre si avallano le note conclusive dei periti radaristi su una “azione militare di attacco verosimilmente nei confronti dell’aereo nascosto nella scia del Dc9”.

È impossibile che la sortita di Amato non produca qualche conseguenza, almeno a livello politico. Se proprio non ne verrà fuori nulla, come minimo ci si dovrà interrogare sul perché abbia parlato proprio ora, avendo avuto oltre quattro decenni a disposizione per farlo

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2 thoughts on “Strage di Ustica: sono stati i francesi?

  1. Cui prodest? Perché un marpione come Amato lancia una bombetta del genere sui rapporti italo-francesi? Azzardo un’ipotesi: il take-over francese sull’Italia (che procede da almeno 10 anni, abbiamo anche firmato il Patto del Quirinale) non sta andando benissimo. Sta succedenndo quello che nel mondo aziendale si chiama “unire due buchi e fare una voragine”. Probabilmente la massoneria americana è un po nervosa, Amato fa solo il fattorino.

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