Notizia del 10 dicembre 2018 pubblicata solo da poche testate, tra le quali il “Times of Israel” e il “Miami Herald“.
Le autorità colombiano hanno annunciato di aver sgominato una “associazione mafiosa” israeliana che avrebbe organizzato festini a base di droga e sesso con minori.
Il procuratore generale Néstor Humberto Martínez ha dichiarato che le autorità hanno arrestato otto persone, tra cui sei israeliani e due colombiani. Tra i fermati più importanti il cittadino israeliano Mor Zohar, descritto come il capobanda, e un poliziotto colombiano accusato di aver trasmesso informazioni riservate al gruppo. Sono stati emessi mandati di arresto per altri otto israeliani.
Le autorità hanno anche sequestrato quasi 50 milioni di dollari in beni e proprietà dall’organizzazione, compresi degli hotel a Santa Marta, Cartagena, Medellín e Bogotá.
Martínez ha spiegato che i sospettati offrivano “pacchetti turistici” rivolti in gran parte a uomini d’affari ebrei e cittadini israeliani che avevano recentemente terminato il servizio militare obbligatorio. Le visite includevano soggiorni in hotel, haciendas e yacht dove si svolgevano festini a base di droga e sesso con ragazze minorenni.
L’arresto, annunciato la sera del 9 dicembre 2018, fa luce sui lati opachi della crescente industria turistica colombiana. La prostituzione è legale in Colombia, e città come Cartagena e Medellín sono diventate bordelli a cielo aperto.
Nel 2012, una decina di agenti segreti americani vennero sanzionati per aver adescato prostitute a Cartagena durante i preparativi per l’arrivo del presidente Barack Obama al vertice delle Americhe.
Il Procuratore ha infatti specificato che la gang israeliana ha superato tutti i limiti imposti dalla legge, rendendosi “responsabile dello sfruttamento e della riduzione in schiavitù” di donne e ragazze.
Le autorità accusano il gruppo di aver reclutato studentesse e giovani in difficoltà per costruire la loro rete di prostituzione. Le donne venivano pagate tra i 70 e 120 dollari per i loro “servizi”. La banda riciclava poi i profitti in proprietà immobiliari e in altre attività legali.
Le autorità hanno identificato un cittadino israeliano, Benyamin Mush (forse un nome fittizio) come capo del gruppo criminale. “Ci sono prove dei suoi spostamenti attraverso il Centro e il Sud America, allo scopo di gestire organizzazioni simili a quella che ha stabilito in Colombia, impegnate nello sfruttamento sessuale, nella tratta di esseri umani e nello spaccio di stupefacenti“, ha detto in un comunicato l’ufficio del procuratore generale.
La polizia ha iniziato a indagare sul caso il 15 giugno 2016, dopo che un cittadino israeliano, Shay Azran, era stato assassinato a Medellín. Ritenendo che il movente dell’omicidio fosse economico, le autorità hanno iniziato a indagare fino a giungere ad Assi Ben-Mosh, un israeliano residente in Colombia dal 2009, proprietario della pensione Casa Benjamin nella città balneare di Taganga.
Ben-Mosh, che ha sempre proclamato la sua innocenza, è stato deportato nel 2017 per “aver organizzato numerosi incontri sessuali con droghe e alcol”, ma l’ufficio del procuratore generale è convinto che egli sia anche un componente fondamentale dell’organizzazione criminale e uno tra i partecipanti alla tratta di minori.
L’Operazione Sodoma, come è stata definita, fa parte della più ampia Operazione Vesta, finalizzata allo smantellamento delle reti che favoriscono la prostituzione illegale. Le autorità affermano che con Vesta hanno catturato 18 persone e sgominare le bande dedite allo sfruttamento di più di 250 ragazze e donne a Cartagena.