Iconomania: si può andare in overdose di meme?

L’intelligenza artificiale in questi ultimi mesi ha fatto passi da gigante e ormai esiste anche una discreta concorrenza tra “algoritmi” e “sistemi”. Per esempio, Stable Diffusion nonostante offra una demo piuttosto farraginosa è comunque in grado di garantire risultati pregevoli come questi (tutti creati con lo stile Street Fighter):


L’altro giorno invece Poe (Platform for Open Exploration) ha lanciato tutta una serie di nuovi servizi (con un limite di utilizzo giornaliero per gli account gratuiti) che proprio adesso sto iniziando a sperimentare.

Ho “bucato” invece completamente la moda della animizzazione delle icone e mi trovo in difficoltà a trovare un servizio degno di fiducia. Ho testato, usando come base una classica fotografia di Bettino Craxi (che pubblico immediatamente di seguito), i seguenti AI Filter:

1) Anime Filter:

2) Fotor:

3) Drawever

4) Selfie2Anime

Come vedete è un lavoro piuttosto complesso, il cui scopo sostanzialmente consiste nel non farsi soverchiare dalla tecnologia. È probabile che entro pochissimo tempo per la plebe sarà possibile realizzare persino dei cortometraggi tramite l’intelligenza artificiale, e in ultima analisi trasformare i propri sogni in realtà, cioè in un sogno immillato nell’eternità. A tal proposito vorrei chiudere con una carrellata di immagini di Kim Jong Un dedito a uno dei suoi passatempi preferiti, che personalmente considero anche una sorta di “ritorno alle origini”, per chi mi segue da parecchio tempo (forse, più che di iconomania, sarebbe a questo punto meglio pararle di iconosi, o senza suonare blasfemi, iconostosi).

One thought on “Iconomania: si può andare in overdose di meme?

  1. Mi viene in mente Arbasino quando stigmatizzava “le dodici rassegne di potesse lesbiche della Garbatella e le quindici personali di pittori tetraplegici del Testaccio” (vado a memoria, potrebbe essere in Un paese senza). Oppure in 1984 di Orwell: la protagonista lavorava alla produzione meccanica di storielle a luci rosse per i prolet, il Partito aveva dei macchinari dedicati. Insomma, tutta questa creatività diventa rumore di fondo…

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