Le comunità ebraiche accusano di antisemitismo gli immigrati musulmani in Occidente per coprire la carneficina israeliana a Gaza

In questo mese in cui gli israeliani per l’ennesima volta stanno trasformando Gaza in un mattatoio, i rappresentanti delle comunità ebraiche sembrano piuttosto solerti a portare sul banco degli imputati l’immigrazione di massa, un fenomeno peraltro esaltato dagli stessi fino a un attimo prima, come prima causa dell’aumento dei casi di antisemitismo in Occidente.

Eccoli lì, tutti i pensosi “sopravvissuti ad Auschwitz”, fare il broncio di fronte alle manifestazioni oceaniche pro Palestina organizzate nelle principali città europee su impulso di immigrati arabi e musulmani che vivono il conflitto come un qualcosa che li riguarda personalmente, senza alcuna mediazione politica o ideologica.

Eccoli lì, i maestri di moralità e vittimismo, pronti ad accollare a Mohammed o Abdul il tentato oltraggio alle cosiddette “pietre d’inciampo” a Roma, il tentato incendio a un cimitero ebraico di Vienna, le stelle di David scarabocchiate nei pressi delle abitazioni di ebrei a Parigi o forse Milano o chissà dove.

Bla bla bla. Se non fosse per quanto sta succedendo in questi frangenti, le comunità ebraiche sarebbero in prima fila a strillare contro l’ondata di neofascismo o “suprematismo”, e ad affibbiare la colpa a qualche naziskin immaginario, al contempo tacciando di razzismo chi si azzardasse a puntare il dito contro l’innocente spacciatore tunisino o l’incensurato vandalo marocchino.

Questo comportamento ha un nome preciso: hasbara. In ebraico significherebbe “spiegazione” ma si può tradurre direttamente con propaganda. È il tipo di comunicazione con cui Israele si rapporta alla comunità internazionale: utilizzare ogni mezzo e sfruttare qualsiasi occasione per legittimare tutte le azioni, crimini di guerra compresi, perpetrate dallo Stato ebraico.

Gli invasati di destra hanno subito inforcato i binocoli da teatro per godersi lo spettacolo dei “sopravvissuti all’olocausto” pronti a legittimare la loro islamofobia: peccato che la sceneggiata durerà giusto il tempo di bombardare qualche ospedale o ambulanza, e poi ovviamente i moralissimi e severissimi “Custodi della Memoria” torneranno ad ammonire i Sovranisti per Sion che è dovere dell’Italia accogliere tutta la miseria del mondo.

Gli straccioni di sinistra, all’apparenza sconcertati dal fatto che gli ebrei siano così inviperiti per le loro innocue sfilate ma in realtà spiazzati dalla fuga in avanti di Moustafa e Yussef, non sanno davvero che pesci pigliare e dunque fingono di ballare e cantare come se fosse il solito siparietto umanitario equosolidale e non l’anticamera di una guerra civile.

Penso che tanti abbiano voglia di farsi carne da cannone per una o l’altra parte, ma ora più che mai bisogna vincere la tentazione di schierarsi come tifosi allo stadio nell’ennesimo conflitto che non ci riguarda, e lasciare che tutti i nodi vengano al pettine. Le città d’Italia e dell’Europa intera sono già l’inferno in terra e aggiungere un vetro antiproiettile in più al nuovo Museo della Shoah non servirà a diminuire la nostra “insicurezza percepita”. La speranza residua è che, almeno questa volta, i veri colpevoli abbiano ciò che meritano.

One thought on “Le comunità ebraiche accusano di antisemitismo gli immigrati musulmani in Occidente per coprire la carneficina israeliana a Gaza

  1. Come ho detto in un precedente commento, stiamo assistendo a uno spasso.
    Alla fulminea chiosa finale di questo articolo (che riflette in ogni sillaba il mio pensiero), aggiungo a chi si merita tutto questo, gli ritorni con ancora più forza tutto il vomito e la merda che hanno lanciato […].

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