Ram Ben-Barak, deputato del partito Yesh Atid, descritto genericamente come “centrista” (a volte tendente a destra, a volte a sinistra, comunque sionista e liberale al 100%), dal 2009 al 2011 vice-direttore del Mossad (nel 1991 fu anche arrestato a Cipro durante l’installazione di dispositivi di spionaggio presso l’ambasciata iraniana a Nicosia), ha proposto nel corso di un’intervista per una trasmissione televisiva israeliana di “ricollocare” l’intera popolazione della Striscia di Gaza in un centinaio di Paesi:
Israeli politician and ex-deputy director of #Mossad Ram Ben Barak sparked controversy as he proposed resettling Gaza’s entire population globally. “If each country takes in 20,000 individuals,” he said, “that would involve 100 countries. “Considering they are refugees,” he… pic.twitter.com/fPNHcVMseK
— Middle East Monitor (@MiddleEastMnt) November 4, 2023
«Se ogni Paese accogliesse 20.000 individui, sarebbero coinvolti 100 paesi. Considerando che i palestinesi sarebbero dei profughi, per loro sarebbe meglio rifugiarsi in Canada che a Gaza».
In seguito ha dovuto rilasciare una dichiarazione per chiarire meglio la propria posizione:
מי שחושב שהצטרפתי לחוגי הימין הקיצוני- אפשר להירגע. הכוונה היא לבנות קואליציה של מדינות ומימון בינ״ל שיאפשר לעזתים שרוצים לעזוב להיקלט בהן עם אזרחות וסל קליטה ראוי. בשונה מתוכנית הטרנספר של הימין זה יהיה בהסכמה ובמטרה לתת להם הזדמנות לברוח משלטון הפחד של חמאס שמשתמש בהם כמגן…
— Ram Ben Barak (@Ram_Ben_Barak) November 2, 2023
«Coloro che pensano che sia diventato un estremista di destra possono stare tranquilli. L’intenzione è quella di costituire una coalizione di Paesi e assicurare finanziamenti internazionali che consentano agli abitanti di Gaza che vogliono andarsene di essere accolti, ottenendo la cittadinanza e un adeguato sostegno per integrarsi. A differenza del programma di trasferimento della destra, questo avverrà previo accordo e con l’obiettivo di dare loro l’opportunità di sfuggire al regno di terrore di Hamas, che li usa come scudi umani».
Ora, anche se Ben-Barak come esempio ha nominato solo il Canada, non è difficile immaginare che, pur di attrarre a sé altri immigrati, le istituzioni europee sarebbero le prime a proporsi per il “piano”. Con un breve calcolo, si può tranquillamente giungere ad affermare che se l’Unione Europea accettasse la proposta, i Paesi membri dovrebbero accogliere 540.000 palestinesi.
Che è esattamente ciò che la destra israeliana predica da tempo (ecco perché nella sua excusatio Ben-Barak ha esordito nel modo di cui sopra): piuttosto che cacciare i palestinesi nei Paesi arabi, dove vivrebbero in condizioni pessime o finirebbero forse nei campi profughi, mandiamoli nelle amorevoli braccia di Mamma Edom/Europa, che con la sua calda accoglienza a suon di diritti e welfare sicuramente li dissuaderà dal voler tornare a morire per Gaza.