Nuovi tentativi di “rivoluzione arcobaleno” in Turchia. Erdoğan: i gay non esistono e se esistessero sarebbero comunque dei terroristi

Turkey’s President says ‘there’s no such thing as LGBT’ and calls student protesters ‘terrorists’
(SBS News, 4 febbraio 2021)

Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha dichiarato il movimento LGBTQI+ incompatibile con i valori della Turchia e ha paragonato i suoi militanti a dei “terroristi”, dopo che diverse manifestazioni hanno scosso il suo governo.

Questa settimana, più di 300 studenti sono stati arrestati a Istanbul e Ankara in scontri sempre più violenti con le forze dell’ordine. Le proteste sono scoppiate dopo che Erdoğan ha nominato Melih Bulu, fedelissimo del suo partito (l’AKP, Partito della Giustizia e dello Sviluppo) rettore dell’Università del Bosforo (Boğaziçi Üniversitesi).

La nomina ha suscitato scalpore perché gli studenti l’hanno vista come parte di un piano del governo per estendere il controllo su tutti gli aspetti della vita quotidiana dei turchi. La risposta di Erdoğan, contro un movimento che vorrebbe sfidare quasi un ventennio di potere ininterrotto, è stata dura.

Siete studenti o terroristi, come vi permettete di fare irruzione nella stanza del rettore?”, ha domandato retoricamente in un comizio online. “In questo Paese i terroristi non prevarranno. Non lo permetteremo mai”.

Le manifestazioni studentesche riecheggiano le proteste del 2013 contro i piani di demolizione di un parco di Istanbul, poi dilagate a livello nazionale. Lo stesso Erdoğan ha sottolineato le somiglianze tra queste proteste e quelle di Gezi Park: “La Turchia non vivrà mai più un’altra Gezi”.

Lo scontro sulla nomina del rettore si è intensificato dopo che sono intervenute le associazioni LGBT: “LGBT? Non esiste una cosa del genere in Turchia”, ha affermato Erdoğan. “Questo paese ha una morale, e andrà incontro al futuro con questi valori”.

Questi commenti minano gli sforzi del Presidente turco per costruire nuovi rapporti diplomatici con la nuova e potenzialmente ostile amministrazione Biden. Il Dipartimento di Stato americano infatti ha immediatamente condannato la “retorica” di Erdoğan come inaccettabile: “Siamo preoccupati per le detenzioni di studenti e altri manifestanti e condanniamo fermamente la retorica anti LGBTQIA (sic) che circonda le manifestazioni”, ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price.

Il rettore al centro delle promesse ha già affermato di non avere alcuna intenzione di fare un passo indietro: “Non penso alle dimissioni”, ha dichiarato Bulu al quotidiano HaberTurk. “Inizialmente avevo previsto che questa crisi sarebbe finita entro sei mesi, e sarà così”.

Devlet Bahçeli, dei nazionalisti del Milliyetçi Hareket Partisi alleati dell’AKP, ha definito i manifestanti “serpenti velenosi le cui teste devono essere schiacciate”.

L’associazione LGBTQI+ dell’Università del Bosforo è stato sciolta dopo aver apposto davanti all’ufficio di Bulu immagini della Mecca ricoperte da bandiere arcobaleno. Il ministro dell’Interno Süleyman Soylu ha twittato che “quattro perverti LGBT” sono stati arrestati per “incitamento all’odio” con il loro poster. Twitter ha oscurato il post con l’accusa di aver violato le regole sulla “condotta che incita all’odio” della piattaforma.

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