Moses McCormick, noto su Youtube come Laoshu505000, è un afroamericano diventato una vera e propria celebrità grazie alla sua passione delle lingue, che lo ha portato a impararne una cinquantina (alcune a livello avanzato) e a praticarle “sul campo”, andando in giro per il nativo Ohio con una telecamera nascosta a riprendere le sue chiacchierate in madrelingua con gli stranieri. I suoi “pezzi forti” sono gli idiomi orientali, in particolare cinese (mandarino e cantonese), giapponese e coreano, ma conosce i rudimenti di quasi tutte le lingue veicolari del mondo, persino di quelle più “rare” (dall’aramaico al nepalese). Egli è anche l’ideatore di un metodo, Foreign Language Roadrunning (FLR), attraverso il quale propone corsi personalizzati ai suoi follower i cui proventi, aggiunti a quelli ricavati dalla monetizzazione dei video (45 milioni di visualizzazioni in totale), gli permettono di campare.
Siamo in contatto da anni con questo straordinario personaggio, del quale abbiamo discusso talvolta sul blog (per esempio, quando ha avuto un’ischemia e ha rischiato di “perdere” tutte le lingue apprese), senza però “esagerare”, considerandolo alla stregua di un maestro segreto. Negli ultimi anni, tuttavia, qualcosa è cambiato anche nella sua placida routine di poliglotta internettiano: in una parola, divorzio. E qui La storia si complica, perché i suoi seguaci si sono trovati “costretti” a interessarsi della sua vita personale, i cui dettagli noti fino a quel momento erano perlopiù riconducibili alla questione del poliglottismo: si sapeva che la moglie di Laoshu fosse una taiwanese di dieci anni più grande (e dall’aspetto decisamente modesto) che era riuscito a “conquistare” con la sua fluency in cinese, ma la sua presenza nei centinaia di video del canale si riduceva giusto a un paio (nei quali peraltro sembra comparire per caso).
Ecco però che un bel giorno Laoshu crea un secondo canale (Deception Stoppers) con suo fratello (anch’esso una figura a suo modo affascinante, uno di quegli afroamericani complottisti e libertari che nella loro comunità sono considerati alla stregua di guru) e pubblica un video nel quale spiattella tutta la situazione tragica e al contempo imbarazzante che sta vivendo:
Da questa confessione apprendiamo ulteriori particolari della sua biografia e delle sue vicende sentimentali, nonostante molti “pezzi” non combacino con quanto raccontato da altre parti (in primis la durata del matrimonio, che comunque sembra aver superato i dieci anni – fidanzamento escluso). Poco chiari anche i motivi per cui si sono lasciati, anche se in tal caso si intuisce una certa reticenza da parte di Moses, unito al naturale bragging tipico dei neri di periferia: in pratica è come se dicesse “Mi ha lasciato lei, ma sono stato io a deciderlo”
Senza farla troppo lunga, la storia è questa: il matrimonio finisce senza un motivo particolare (niente tradimenti o violenze), semplicemente la taiwanese “ormai lo vede solo come un parente”. I due quindi si accordano per una dissolution ma la tizia insiste per fargli firmare un accordo da lei stilato. Il fratello (il “guru” di cui sopra) lo convince a contattare un esperto prima di prendere qualsiasi scelta, e così il buon Laoshu scopre che la cinese pretende l’affidamento esclusivo delle tre figlie (sì, hanno anche tre figlie) e una certa percentuale al mese dei suoi introiti (nonostante dal punto di vista economico sia lei a detenere il coltello dalla parte del manico).
Il Nostro si rifiuta quindi di firmare e la mogliettina diventa una belva: allo scopo di ottenere un divorzio rapido lo denuncia per violenza domestica e adulterio, ma la mossa si rivela controproducente perché in tal modo Moses viene a sapere che l’ex compagna occulta somme colossali in trust dei quali egli è completamente all’oscuro. A quel punto il poliglotta le fa una “contro-causa” per calunnia, falsa testimonianza e appropriazione indebita: il secondo canale è la cronistoria dei risvolti giudiziari della vicenda, che non si è ancora conclusa.
Un dettaglio “pittoresco” della faccenda ad avermi colpito più di tanti altri (che tralascio per decenza) è che la moglie per ripicca ha cominciato a buttargli via non solo le canne da pesca (seconda grande passione di Moses), ma soprattutto i suoi preziosissimi libri! Questo particolare mi ha fatto tornare alla mente quanto scrisse Marcello Veneziani su “Libero” ai tempi del suo burrascoso divorzio:
«I miei libri vengono bruciati, strappati, venduti, altri sono stati nascosti sotto il materasso o il divano per poi farli sparire… I libri escono di casa in gruppi di 40-50 per non far più ritorno».
In tal caso non si parla però di Plotino, Gentile o Simone Weil, ma di costosissimi corsi della Assimil, grammatiche di georgiano e thailandese, volumi di Colloquial Estonian e Colloquial Zulu. Un gesto intriso di quella crudeltà e abiezione di cui forse solo una femmina sarebbe capace (eh eh), ma che a quanto pare fa ormai parte delle tante piccole e grandi ingiustizie che compongono l’esperienza (post-)matrimoniale del maschio occidentale medio, se addirittura riesce ad accomunare un poliglotta nero americano e un intellettuale di destra italiano.
Al giorno d’oggi affrontare un divorzio per un uomo, specialmente se americano, equivale in pratica all’annientamento fisico, morale, sociale e finanziario: sarebbe ingenuo pensare che tale condizione non finisse per influire anche su un negretto mite e coscienzioso come Laoshu. Il quale infatti, nonostante abbia continuato la sua “attività” come nulla fosse, si sta costruendo però una sorta di “mondo parallelo” nel quale vediamo lentamente insinuarsi, financo nel lessico, tematiche e motivi della cosiddetta manosphere (un pregevole esempio qua sotto).
Per concludere, siamo al punto in cui la Questione Maschile ormai viene fuori dalle fottute pareti e non c’è verso di eluderla nemmeno rifugiandosi nelle proprie passioni o semplicemente coltivando il proprio orticello. Forse è inevitabile che tutto ciò accada, affinché la percezione del problema da un’ipocrita riduzione al “caso umano” si apra invece a una prospettiva più ampia, allargata al contesto sociale e ideologico in cui ci troviamo a vivere. Certo è assurdo che per giungere a tale consapevolezza sempre più uomini debbano vedersi strappata drasticamente la modesta speranza di una vita tranquilla e dignitosa; ma a quanto pare non esistono più molte alternative…