Vladimir Putin e la nevicata del 988

Non so se l’intervista di Tucker Carlson a Vladimir Putin possa essere considerata “storica” (ormai troppe cose vengono etichettate in tal modo, sintomo della decadenza dei tempi), tuttavia essa ha comunque rappresentato un’occasione di svago e intrattenimento, due ore piene di frasi ad effetto, citazioni di Bismarck e meme.

Ne ho parlato in maniera non memetica qui, ma sinceramente è diventato ormai difficile commentare qualcosa di serio in maniera seria, soprattutto alla luce del fatto che l’incipit del dibattito è stato un Putin pronto a ricapitolare oltre undici secoli di storia russa partendo dalla nascita della Rus’ di Kiev nel 862, passando alla conversione di Vladimir I nel 988 fino al crollo dell’Unione Sovietica e alle “cinque ondate” dell’espansione della Nato.

Vladimir Putin, lo Zar più ingenuo di tutti i tempi?


Un tour de force storico-psico-ideologico politico di mezz’ora che sta generando un flusso di meme ingovernabile (seguono di seguito). Un misto tra Nonno Simpson e Aleksander Barberovskij che a molti sta facendo venire il dubbio se fra i trenta sosia di Putin non sia stato mandato a fare l’intervista il professore delle elementari boomerone zarone che si commuove al ricordo della nevicata del 988, dei gettoni del telefono dell’URSS e della penna biro con cui riavvolgeva le musicassette dei Kino e degli Aljans.

Al di là delle battute, la vera boomerata è stata citare Egon Bahr, il socialdemocratico architetto della Ostpolitik, per un ex cittadino sovietico probabilmente l’equivalente di Santo Pietini. Inoltre, l’apologia di Boris Eltsin e la sua beatificazione post mortem come “politico sobrio” (accusato ingiustamente di essere un alcolizzato lol…) è una totale distorsione della storia recente russa, nonché della stessa biografia di Putin che ha fondato gran parte della propria fortuna politica sulla negazione di tutto ciò che ha rappresentato il suo predecessore (giusto per capirsi, è come se una Meloni o un Salvini a un certo punto si mettessero a elogiare Prodi o Monti, il che probabilmente è già accaduto senza che ce ne potessimo accorgere).

Per il resto, Putin se l’è cavata abbastanza bene, facendo sentire in colpa l’Occidente per non aver mai inglobato la Russia nello stato universale e omogeneo.

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