Germanofilia

Ci voleva una giallista americana per penetrare l’arcano psicologico celato dietro l’adorazione per la Germania:

«“Ma voi siete veramente Nollie Lister?”
“Certo. Cercate di capirmi, io non lo faccio per denaro. Lo devo fare perché lo sento. Vedete, da piccolo fui condotto all’estero. Ero molto gracile e malaticcio, a quel tempo, e tanto differente dagli altri bambini. Fui messo in una scuola tedesca per anni e anni, e in seguito ritornati in Germania a più riprese. Oggi conosco molto della nuova Germania ed ho sempre ammirato le idee dei tedeschi. Il nuovo ordine, la nuova forza…”.
La voce di Nollie andata alterandosi, mentre negli occhi gli era apparsa una luce strana. In un lampo d’intuizione Maida gli lesse in volto l’ammirazione fanatica del debole verso il bruto, verso la violenza e il massacro, l’incendio e la distruzione.
Egli proseguì: “Io sono sempre stato in condizione d’inferiorità. Mai abbastanza denaro, sempre lontano dalla posizione che mi spetta nella vita. Ma nel nuovo ordine quando verrà…”. La voce gli si affievolì improvvisamente in un sussurro. “Allora io diventerò grande!”»

(Mignon Good Eberhart, The man next door, 1949; tr. it. A. Tedeschi, Il Garofano Rosso, Mondadori, Milano, 1977, pp. 236-237)

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