Il pugno di Anagni

Un santo dei nostri tempi,
un campione di spiritualità,
un difensore della civiltà occidentale
(al suo fianco, Bergoglio)

No, non c’è stata alcuna scomposizione nella tessitura del continuum spazio-temporale: l’incontro tra Donald Trump e Papa Francesco si è svolto nel migliore dei mo(n)di possibili, contemplando anche un delizioso siparietto tra Bergoglio e Melania, quando il Pontefice le ha chiesto se per caso al marito desse da mangiare la potica (“putizza”), un tipico dolce sloveno.

L’ineguagliabile First Lady, per alleviare le sofferenze dei tradizionalisti che si aspettavano un’ammucchiata pazzesca durante la discussione sullo scisma Lefebvre, ha poi anche parlato italiano durante la visita al Bambin Gesù.

Nonostante questo, si sente ancora una puntina d’amarezza aleggiare nell’aria. Le coincidenze infatti sembravano favorevoli: il povero Ratzinger–Celestino V segregato e messo a tacere, un nuovo Papa strabordante e megalomane, e poi Filippo er Bello con le mani che gli prudono. Diciamoci la verità: c’era chi sperava in un bel cazzottone. Solo per il gesto, sia chiaro, perché per far rinsavire il novello Bonifazio ci vorrebbe altro che una saccagnata.

Si scherza, ovviamente: non solo perché la violenza verso il Santo Padre è sacrilega (anche per Padre Dante quel martirio in miniatura ebbe valore metafisico: «Veggio in Alagna intrar lo fiordaliso, | e nel vicario suo Cristo esser catto. | Veggiolo un’altra volta esser deriso; | veggio rinovellar l’aceto e ‘l fiele, | e tra vivi ladroni esser anciso»), ma soprattutto perché un fatto del genere finirebbe per incoraggiare l’ambigua vocazione al cupio dissolvi dell’attuale Pontefice, tanto più improponibile in quanto sempre accompagnata dal desiderio di piacere al mondo a tutti i costi (a che pro rifiutare la scorta in Egitto se poi i terroristi islamici si danneggerebbero l’immagine a fargli un attentato? a che pro presentarsi a Fatima come bispo vestido de branco per poi distorcere all’estremo il significato dei “segreti”?).

Niente pugni, diamo tempo al tempo. Per adesso Trump ha fatto bene. Mi auguro che però faccia le cose alla luce del sole: niente “misteriosi emissari”, ma un bel ceffone all’antica e via. Così capiamo anche dove sta l’Avignone odierna.

Per favore non cominciamo coi piagnistei: alla luce di tutte le boiate degli ultimi quattro anni, Donald Trump è la punizione divina più blanda che ci potesse capitare. Perché se lassù esiste davvero qualcosa, riesco solo a immaginare quale scompiglio abbia creato ogni ballon d’essai lanciato da Bergoglio, guardando solo a quanto accaduto qui sulla terra dopo la sua battutaccia sull’“aspettarsi pugni”. Ancora oggi continuiamo a contare le vittime di quei pugni, e talvolta torna la tentazione di tentare l’assalto al cielo a suon di schiaffoni. Gengis Khan ci vorrebbe, altro che Trump.

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