La Chernobyl dell’Ohio causata da usura e sodomia

Il deragliamento di un treno merci carico di sostanze tossiche nell’Ohio avvenuta agli inizi di febbraio 2023 sta attualmente assumendo i contorni della peggior catastrofe ambientale americana (e non solo) della nostra generazione: il fatto che a tale considerazione non corrisponda un’adeguata copertura mediatica è il sintomo della disonestà delle élite che tiranneggiano l’occidente.

Prendiamo, come spunto polemico, l’articolo di un sito ambientalista, “Green Report” (collegato a “Repubblica”) del 14 febbraio 2023 (dobbiamo risalire a quasi un mese addietro perché le gazzette hanno smesso immediatamente anche solo di menzionare la vicenda). Il pezzo inizia con questa osservazione:

“Probabilmente, se non ci fosse stato l’immane terremoto che ha devastato e fatto oltre 40mil[a] vittime in Turchia e Siria, sarebbe stata per un paio di giorni la notizia di apertura [dei] telegiornali, invece è passato praticamente sotto silenzio il deragliamento di un treno chimico della Norfolk Southern Railway”.

L’ipotesi che se ne sarebbero parlato se non ci fosse stato il terremoto in Turchia è a dir poco ingenua e può essere facilmente smentita dalla semplice constatazione che del deragliamento non si è discusso nemmeno dopo che i riflettori sul sisma si sono spenti e ci sarebbe stata la possibilità di puntarli sull’Ohio, anche solo per gossip politico (la visita di Donald Trump mentre Joe Biden volava a Kiev, le accuse dell’eroina ambientalista Erin Brockovich all’intoccabile giunta democratica).

Proseguiamo col pezzo:

“Solo per fortuna l’incidente ferroviario non si è trasformato in un colossale disastro: […] gli esperti intervenuti [hanno rilasciato] lentamente tonnellate di cloruro di vinile per prevenire un’esplosione che avrebbe distrutto tutto almeno entro il raggio di due miglia. L’esposizione al cloruro di vinile è stata collegata al cancro del fegato e, se bruciato, può produrre gas altamente tossici, tra cui acido cloridrico e fosgene. I governatori di Ohio e Pennsylvania hanno ordinato lo ‘sfiato e bruciatura’ del cloruro di vinile a causa di un aumento critico della temperatura nei vagoni ferroviari”.

Al di là della grammatica incerta (si spera non causata dalla frettolosa scopiazzatura di qualche giornale americano), è imbarazzante che un portale dedicato a tematiche ambientaliste non riesca a fornire se non indicazioni vaghe e imprecise alla pari di qualsiasi altro aggregatore di news: eppure erano già passati una decina di giorni dal disastro e il dibattito sulla decisione di dar fuoco volontariamente e deliberatamente (“rilascio controllato”) alle sostanze tossiche presenti nei vagoni era più che mai acceso.

“Green Report” chiude infine con le dichiarazioni del direttore legislativo di Greenpeace USA (“L’amministrazione Biden ha attualmente l’opportunità di fare una grande differenza”, senza specificare in cosa e rispetto a chi), il quale si concentra sulla sicurezza delle infastrutture, ricordando come solo dopo l’11 settembre 2001 la politica americana abbia percepito il trasporto di sostanze chimiche pericolose come una potenziale minaccia verso i cittadini americani. Considerazioni che a ben vedere rivelano l’inutilità di decenni di attivismo ecologista, se a smuovere la coscienza nazionale non sono stati gli appelli e le infinite sfilate e campagne di sensibilizzazione, ma il solo timore di attentati.

Fermiamoci qua con le fonti “verdi” perché è come sparare sulla Croce Rossa: nonostante l’onnipresenza delle istanze (pseudo)ambientaliste a livello politico-mediatico, è calato un osceno silenzio su tutta la vicenda. In particolare, quella ragazzetta svedese, Greta, sembra sia stata fatta sparire per qualche tempo dalle scene per non mettere in difficoltà l’amministrazione Biden (seppure ci si aspettasse che sua sponte non avrebbe comunque detto nulla al riguardo).

Al contrario, come si accennava poco sopra, la povera Erin Brockovich non solo si è dovuta ripetutamente giustificare per la scelta di non far “scena muta” al cospetto del disastro di East Palestine (al quale ha dedicato anche un sito, dove riporta periodicamente le preoccupazioni della popolazione, nonché i problemi di salute insorgenti), ripetendo, piuttosto candidamente, che “Non importa per chi avete votato, adesso dobbiamo essere tutti americani”, ma addirittura è stata inserita in una lista dell’antiterrorismo dell’Ohio come minaccia (alla faccia degli imbrattatori di Extinction Rebellion).

Non è il solo episodio che avrebbe fatto gridare allo scandalo in qualsiasi altra parte del mondo: ci sono filmati dell’arresto in diretta di un reporter e accuse specifiche dal mondo politico americano di “insabbiamento” del caso da parte dell’amministrazione Biden.

Nel mirino c’è soprattutto il Segretario dei Trasporti, Pete Buttigieg, ex sindaco di South Bend (Indiana), il quale non ha mai avuto nessuna competenza per il ruolo ma è arrivato dritto al ministero in virtù principalmente della sua omosessualità dichiarata e del suo attivismo in favore della causa LBGT (che lo ha portato a “ordinare” due gemelli col suo compagno con tanto di reportage dall’ospedale come se li avesse partoriti lui).

Questo è un dato tanto scontato quanto inesprimibile per l’opinione pubblica americana, che tuttavia ha voluto mettere indirettamente sotto accusa Buttigieg per la sua indifferenza ai limiti del sadismo, frutto senza dubbio di un disinteresse assoluto nei confronti del delicato settore che è stato chiamato a gestire. Qualcuno però ha voluto ugualmente tirare in ballo l’orientamento sessuale del ministro incompetente: si tratta, come al solito, di E. Michael Jones, polemista cattolico cresciuto nello stesso quartiere di Buttigieg a South Bend (e anche per questo, sin da tempi non sospetti, ferocemente critico nei confronti dell’ex sindaco della sua città).

Negli ultimi due episodi del suo podcast su Cozy.tv, Mayor Pete Strikes Again (17/02/2023) & The Return of Trump (24/02/2023), il professor Jones ha dichiarato apertamente che le due cause del disastro in Ohio sono state il capitalismo (inteso come state-sponsored usury) e la sodomia. Ora, non posso condividere a pieno le tesi provocatore di questo intellettuale, tuttavia dato che mi irrita fino alle midolla la congiura del silenzio calata sulla tragedia, penso che alla fine finirò inevitabilmente per farle mie, secondo il principio che viviamo nell’epoca della post-verità e ognuno ha diritto a spararla più grossa (tipo i gretini che utilizzano qualsiasi pretesto per invocare una fantomatica “giustizia climatica” ma al cospetto della Chernobyl del XXI secolo sgommano sui loro suv a rifugiarsi nella prima centrale a carbone disponibile).

E. Michael Jones afferma che il capitalismo svaluta il lavoro come fonte di valore sostituendolo con l’usura, il “fare soldi con i soldi” (a suo parere uno strumento tipicamente ebraico, ma è noto come la pensa). In realtà il discorso gli serve soprattutto per promuovere il suo malloppone (1500 pagine) Barren Metal. A History of Capitalism as the Conflict between Labor and Usury, che in queste circostanze riassume con l’accusa a Ronald Reagan di aver indirettamente contribuito a porre le basi per la catastrofe dell’Ohio distruggendo il sindacalismo americano proprio a cominciare dal settore dei trasporti.

Tuttavia, è chiaro che il Nostro vuole portare il discorso su Buttigieg: lo presenta come irresponsabile, scanzonato, perso in una bolla di narcisismo (creata, ça va sans dire, dalla sua omosessualità). Di certo non mancano appigli reali alla polemica: il Segretario dei Trasporti si è in effetti presentato una ventina di giorni dopo sul luogo del disastro (e solo per mettere i bastoni tra le ruote a Trump che sta mettendo un’ipoteca politica sul caso), vestito come un “manovale della Lego” (sempre Jones) a farneticare (a volte letteralmente, per esempio quando ha detto di aver “perso il treno dei pensieri”, con un’espressione -corrispondente all’italiana “perdere il filo del discorso”- a dir poco fuori luogo) sulle “responsabilità dei governi precedenti” (sic), mentre i cittadini chiedevano spiegazioni (o anche solo rassicurazioni!) riguardo “la moria della fauna locale e degli animali domestici, l’odore costante di plastica bruciata, gli attacchi di vomito, la letargia, il mal di testa, la tosse, le eruzioni cutanee…”.

Al di là però delle contestazioni “conservatrici” da normie, l’intellettuale cattolico tradizionalista si concentra sull’omosessualità del Segretario, che a suo parere rappresenta il lasciapassare verso i piani alti della politica americana: ricorda i numerosi attriti di Buttigieg con la comunità nera locale e il modo in cui è riuscito ad avvalersi della sua appartenenza a una “minoranza sessuale” per schivare ogni accusa (in primis quella di aver licenziato con un pretesto il primo afroamericano divenuto capo della polizia di South Bend); ricorda poi il reportage summenzionato dal lettino d’ospedale col marito e i “loro” gemelli (per Jones espressione dell’arroganza del potere che può imporre qualsiasi “verità”, come che un uomo sia in grado di partorire) e infine afferma che il motivo per cui Buttigieg non può occuparsi di infrastrutture è perché ignora le basi dell’anatomia umana essendo convinto che l’ano maschile sia un organo sessuale.

Sì, più o meno questa è l’argomentazione principale, anche se Jones cerca di corroborare l’asprezza della tesi enfatizzando le conseguenze psicologiche dell’omosessualità, come appunto il narcisismo estremo e una ossessione libidica non incanalabile in alcunché di costruttivo. Come esempio concreto (un caso che, absit iniura verbis, casca a fagiolo) porta un incidente ferroviario del 2008 a Los Angeles (25 morti e 135 feriti), causato da una distrazione del macchinista quarantaseienne Robert M. Sanchez, troppo impegnato a “sedurre” un sedicenne tramite messaggini (in cui gli prometteva di fargli provare a guidare il treno…) per accorgersi che il suo convoglio stesse scontrandosi frontalmente con un altro.

Jones calca la mano su tale forma di sexual compulsion: “a causa dei problemi personali di un gay“, tutte quelle persone (compreso il macchinista stesso) sono morte. Ovviamente già nel 2008 qualsiasi accenno all’orientamento sessuale del colpevole venne fatto solo per condannare un’ormai inesistente “omofobia”, anche perché era pressoché raggiunto l’obiettivo di fare dell’omosessuale il “cittadino ideale” delle società occidentali. Da tale prospettiva, il timore più grande di Jones è che Pete Buttigieg, uscito indenne dalle conseguenze politiche della gestione del suo dicastero, verrà di nuovo pompato come prossimo candidato dei democratici e il suo narcisismo raggiunga livelli tali da renderlo ancor più pericoloso di quanto non sia ora nel suo spicchio di potere.

Questo è quanto. Peccato che Greta non sia riuscita a scrivere una sola volta la parola “Ohio” nei suoi settecentomila interventi social dell’ultimo mese. Avremmo potuto commentare le sue opinioni, invece di doverci rivolgere a fonti così squalificate e reazionarie. Sarà per la prossima, forse.

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