Norme d’igiene individuale
(La Stampa, venerdì 4 ottobre 1918)
Il sindaco ha fatto pubblicare il seguente manifesto contenente alcune norme da osservarsi particolarmente in questi giorni:
1. Non derogare dal proprio tenore di vita. Inutili le pratiche per premunirsi ingoiando alimenti, pastiglie, od altre sostanze. Inutile (se non dannoso) il tenersi purgati se il corpo funziona regolarmente. Non intraprendere, senza necessità, lunghi viaggi in ferrovia.
2. Tener pulita la persona. Lavarsi sovente le mani e prender bagni, senza ricorrere a disinfettanti; il sapone e l’acqua sono i migliori detersivi della pelle. Portare unghie corte, lavarsi la. bocca fregando collo spazzolino i denti mattina e sera, e risciacquarla con acqua, meglio se ossigenata. Potendo, non portare in casa gli abiti dei lavoro, La lana e la biancheria al contatto con la pelle siano cambiate di sovente.
3. Curare la nettezza dell’alloggio, tenerlo ventilato. In casa, non si deve avvertire alcun odore. La cucina e la latrina siano allora i più puliti. Scopare e spolverare a umido. Nettarsi le scarpe prima di entrare in casa. Sbattere e spolverare i panni verso il cortile nelle ore consentite dai regolamenti.
4. Mangiar cibi, per quanto è possibile, semplici e cotti. Far bollire il latte. Lavare accuratamente la frutta e la verdura. Evitare eccessi nel mangiare e nel bere. I bevitori resistono poco alle malattie infettive.
5. Astenersi, se non per necessità, dal visitare malati, convalescenti o morti. Evitare gli agglomeramenti delle persone, per le strade nei veicoli e nei locali chiusi, per non trovarsi a contatto con convalescenti i quali, parlando, tossendo o sternutando, possono diffondere i germi dell’influenza.
6. Evitare di esporsi a correnti d’aria col corpo sudato. Non tenere il collo soverchiamente avvolto, né coprirsi oltre il necessario (anche a letto), a scopo di precauzione.
7. Nelle officine, nei laboratori, negli uffizi, ecc.. ciascuno concorra, al mantenimento della nettezza e della ventilazione di tutti i locali, specialmente degli spogliatoi, dei refettori e delle latrine. Non si sputi sui pavimenti, nelle scale, ecc. Chi dirige sorvegli sull’igiene interna e metta a disposizione dei dipendenti, vestaglie, scope, segatura umida, sputacchiere. maschere, ecc.
8. Non si sciupi il danaro nell’acquisto di disinfettanti, specialmente di quelli che emanano odore (ipoclorito, solfo, creoline, lisoformi e simili), poiché non hanno alcun potere disinfettante. Dovendo disinfettare locali troppo affollati (sale d’aspetto, sportelli d’ufficio, spogliatoi, refettori, ecc.) si lavino le pareti, gli assiti, le panche, i pavimenti con soluzione di sublimato al cinque per mille, ricordando che il sublimato è un potente veleno e che quindi deve essere affidato a persona che dia affidamento di serietà nell’uso.
9. Chi avverte mal di capo, mal di gola, dolori articolari, malessere generale, brividi di freddo, ecc., non persista a lavorare, ma si corichi e chiegga (sic) tosto il medico. Chi è guarito non abbia fretta di alzarsi o di uscire di casa, potendo ricadere, con gravi conseguenze.
10. Durante la malattia si tenga la camera ventilata giorno e notte. Le biancherie personali e da letto usate siano immerso in un mastello contenente sublimato al due per mille, da tenersi nella stessa stanza del inalato: quivi sia pure un catino con sublimato all’uno per mille per lavarsi le mani il medico e le persone di assistenza: queste ultime siano limitate al puro necessario e indossino una vestaglia. Non ammettere parenti o amici a visitare, senza plausibile ragione, gli infermi. A malattia finita, coperte, materassi, guanciali, ecc., siano esposti all’aria libera e la stanza ampiamente ventilata per alcuni giorni anche durante la notte.
Nei casi gravi, e se in casa, non v’è comodità dì assistenza, si ricorra agli ospedali, dove si curano tanto i ricchi quanto i poveri.