Si avvicina il #fatepresto per l’Ucraina?
Via il divieto di vendita della terra all’estero…
(Gog&Magog, 16 settembre 2019)
Come riporta il Financial Times del 2 settembre, il nuovo presidente ucraino, l’ex comico Volodymyr Zelenskyj, ha ordinato al suo nuovo governo di elaborare entro ottobre una legge che revochi il divieto di vendita dei terreni agricoli del Paese e di accelerare le privatizzazioni e altre riforme ora in fase di stallo, per stimolare “gli investimenti, la crescita e il tenore di vita”.
Rivolgendosi a una tavola rotonda di alti funzionari lunedì scorso, il presidente -che ha stravinto le elezioni presidenziali all’inizio di quest’anno- ha fissato un termine breve per questi obiettivi, avvertendo che “gli elettori vogliono cambiamenti rapidi e profondi”.
“L’unica cosa che ci manca è il tempo: la società non intende aspettare che qualcosa inizi a funzionare solo fra qualche anno”, ha detto, pochi giorni dopo la nomina del primo ministro Oleksij Hončaruk da un parlamento appena eletto, in cui il partito di Zelenskyj ora detiene una maggioranza assoluta.
La revoca dell’antico divieto di vendita di terreni agricoli potrebbe piacere agli enti occidentali, tra cui l’FMI, da cui Kiev spera di ottenere un ulteriore piano di prestiti multimiliardari questo autunno. Il Fondo Monetario, assieme alla Banca Mondiale e altre istituzioni finanziarie internazionali hanno a lungo “esortato” l’Ucraina a creare un mercato fondiario competitivo e aperto, sostenendo che potrebbe fruttare “miliardi di dollari” con l’afflusso di investimenti diretti esteri e così accrescere la crescita economica annuale “dell’1–2 per cento”.
A partire dagli anni ’90, milioni di ucraini hanno ottenuto la proprietà di piccole parcelle di terreno, e molti lo hanno affittato a gruppi di agricoltori. La maggior parte dei terreni agricoli rimanenti è tenuta in banche fondiarie governative, per essere poi affittata agli agricoltori. Il divieto di vendita, che è stato, come scrive il FT “ripetutamente prolungato da legislatori populisti per evitare l’acquisto di terreni da parte di acquirenti stranieri”, avrebbe impedito, a detta dei suoi detrattori, ai proprietari terrieri di utilizzare il bene come garanzia per accedere al credito, lasciando ampi appezzamenti di terreni agricoli governativi inutilizzati e impedendo la formazione di un vero mercato, dicono gli analisti.
Zelenskyj ha sottolineato lunedì che la riforma dovrebbe includere “misure di protezione per i proprietari terrieri meno abbienti”. Le aziende agricole internazionali che operano in Ucraina hanno dichiarato di non avere problemi con l’attuale pratica di garantire contratti di locazione a lungo termine sui terreni agricoli.
Zelenskyj progetta di dare il via alle privatizzazioni su larga scala delle imprese statali entro aprile del prossimo anno, in una mossa attesa dalle istituzioni finanziarie internazionali per attirare fondi aggiuntivi e incrementare gli investimenti in imprese che sono state mal gestite e sono inclini a rappresentare un veicolo di rendite.
I due principali beni statali che il paese intende privatizzare sono il generatore di energia elettrica Centerenergo e l’impianto chimico di Odessa Portside.