Youtuber sbudellato da anime dannate: Deadstream è l’horror dell’anno?

Nel 2022 avrò recensito una trentina di film horror (tutti orribili e orrendi non solo per questioni etimologiche) ma mi ero perso Deadstream, debutto cinematografico dei coniugi (etero!!!) Vanessa e Joseph Winter. Devo ammettere che, nonostante gli effetti speciali ai limiti del “non valutabile” (ma già qui la polemica potrebbe essere potenzialmente infinita, perché chiunque abbia compiuto almeno otto anni sa che negli horror non sono i robottoni o i mascheroni a dover suscitare paura), la pellicola possiede quel qualcosa che la eleva al di sopra della mediocrità assoluta in cui si è arenato il genere.

In primis per l’ambientazione: finalmente si chiudono i conti con baite abbandonate attorno alle quali qualcuno urla coperto di fango in una penombra impenetrabile, comunità rurali ottocentesche composta da zombie suprematisti bianchi, dormitori universitari dove l’unica cosa da temere sono le microaggressioni e altri fondali otto-novecenteschi che hanno ridotto il filone a una versione notturna e deprimente del feuilleton. A differenza di tutto ciò, Deadstream ritrae un tizio di Youtube, con i suoi pochi pregi e i suoi infiniti difetti, alle prese con una challenge: passare una notte in una casa infestata dai fantasmi. Il carattere del protagonista, Shawn, è particolarmente azzeccato perché riesce a rappresentare la cifra di un’epoca: quel misto di egocentrismo, cazzoneria e ciarlataneria che contraddistingue chiunque abbia acquisito un briciolo di notorietà attraverso internet.

La trama, di per sé, è al pari degli effetti speciali: lo streamer si rinchiude nella villona maledetta eretta da un ricco pioniere mormone per rilanciare il proprio canale Youtube demonetizzato dopo varie accuse (tra le quali, immancabile, quella di razzismo), cercando di disturbare qualche spirito con tutto l’armamentario tipico degli acchiappantasmi da social: centomila telecamere, sensori per il controllo delle attività paranorali e strumentazione varia per registrare i famigerati Electronic Voices Phenomena. Shawn scopre che l’anima dannata da cui è cominciata l’infestazione è quella della giovane Mildred, la figlia del proprietario della magione che ha stretto un patto con Satana allo scopo di guadagnarsi qualche ammiratore delle proprie poesie: lo youtuber dunque deduce che anche lei è una attention whore e che l’unico modo per fermarla è farle “chiudere il canale”.

In un confronto serrato e mozzafiati con i mostruosi follower di Mildred, Shawn si rende conto di aver ottenuto il successo solo attraverso cinismo, cretineria e opportunismo, e prova una sorta di rimorso per tutte le sue “imprese”: seppur il suo pentimento sia declinato nelle forme del politicamente corretto (dedica lo streaming a “neri e messicani”), esso appare ugualmente sincero. Finché (spoiler), una volta ricacciata all’inferno la demonica influencer con un complicato rituale che prevede l’automutilazione, Shawn cade nuovamente nella “dipendenza da like e strumentalizzando la sua maturazione morale come un semplice espediente per celebrare la vittoria della challenge, viene raggiunto e ucciso dalle altre anime dannate.

Un’opera ingenua (a tratti scontata) sia per i contenuti che per la forma (anche se il ricorso, ai limiti dell’abuso, al jumpscare ha un suo senso nel contesto “pioneristico” proposto dai registi), che tuttavia da un lato è riuscita a non farmi addormentare (di questi tempi è il massimo che si può chiedere a un film) e dall’altro ha finalmente portato sullo schermo un’idea, banale quanto si vuole, ma perlomeno nuova: anche da tale prospettiva non si capisce perché il mondo della critica, disposto addirittura a definire Host (la versione di Blair Witch Project ai tempi della dad, comunque pregevole), sulla scorta di un’improbabile studio scientifico, “l’horror più spaventoso di sempre”, poi finisca per storcere il naso nei confronti di Deadstream, che è praticamente la stessa cosa solo un po’ più plebea e scoreggiona. Ed è forse uno dei pochi horror degli ultimi dieci anni che mi sentirei di consigliare.

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