Secondo le autorità sanitarie americane (i famigerati CDC, Centers for Disease Control), alcuni adolescenti, dopo aver ricevuto i vaccini anti-covid, hanno sviluppato sintomi da infiammazione cardiaca. In una dichiarazione datata 17 maggio, il comitato consultivo del CDC sui vaccini ha affermato di aver esaminato rapporti secondo cui alcuni giovani destinatari del siero, prevalentemente adolescenti maschi e giovani adulti, hanno sviluppato un’infiammazione del muscolo cardiaco nota come miocardite.
La malattia spesso scompare senza complicazioni e può essere causata da una varietà di virus. Il dottor Amesh Adalja, studioso presso il Johns Hopkins Center for Health Security, ha dichiarato alla stampa che i vaccini sono noti per causare miocardite e che sarebbe essenziale monitorare gli eventi avversi per vedere se essi sono correlati ai vaccini: “È importante stabilire il rapporto rischi-benefici. I vaccini saranno inequivocabilmente molto più vantaggiosi, se stabiliremo definitivamente le cause di questo rarissimo evento avverso”.
Il CDC ha affermato che i casi si sono verificati in genere entro quattro giorni dalla ricezione dei vaccini a mRNA. Non è stato specificato quali vaccini causino il malessere. Gli Stati Uniti hanno concesso l’autorizzazione di emergenza a due vaccini a mRNA, Pfizer e Moderna.
In diversi Paesi molte associazioni di medici hanno lanciato appelli contro le vaccinazioni anti-covid ai bambini: dopo Inghilterra e Israele, ora è il turno dell’Italia. Una moratoria firmata da oltre un migliaio di sanitari, promossa dalle associazioni della Rete Sostenibilità e Salute, chiede di non vaccinare i bambini perché “sono a rischio minimo di covid; perché il vaccino riduce ma non evita l’infezione e la possibilità di contagiare altri; perché i bambini non sono fonte di contagi-cluster significativi per gli adulti”, ha dichiarato al Fatto Quotidiano uno dei promotori dell’iniziativa, Eduardo Missoni, docente di Global Health all’Università Bocconi, medico e specialista in malattie tropicali.
Missoni ha ricordato anche l’allarme del CDC: “Gli ultimi dati riportati dalla CDC parlano di effetti secondari, dopo il vaccino, nei giovanissimi, come la miocardite… Anche nelle premesse del trial Oxford si ammettono significative incognite circa il collegamento tra Covid-19 e sindrome di Kawasaki di cui il vaccino potrebbe essere un fattore scatenante. Più in generale, dunque, i rischi da malattia nei bambini sono decisamente ridotti, e anche il cosiddetto long covid avrebbe una durata breve e priva di significative conseguenze, a fronte di rischi non noti a lungo termine, o su larga scala, derivanti dalla inoculazione di prodotti transgenici nell’organismo in rapida evoluzione del bambino”.