Israele: aumento allarmante della violenza ebraica contro i cristiani

In Israele è da tempo in voga tra gli ebrei di sputare addosso ai cristiani: i video più recenti risalgono all’ultima Pasqua e mostrano i coloni israeliani oltraggiare dei fedeli presenti a una processione e delle suore lungo la Via Dolorosa a Gerusalemme.


Il clero cattolico della Città Vecchia ha più volte denunciato la pratica come “quotidiana” e ha lamentato l’indifferenza delle forze dell’ordine israeliane. Padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa, si è detto inorridito dai “numerosi episodi di violenza e odio occorsi recentemente contro la comunità cattolica in Israele”, che comprendono assalti alle chiese, ai santuari e persino ai cimiteri di Gerusalemme e della Galilea.

A causa di questa situazione, i francescani della Città Vecchia si sono trovati costretti a barricare durante le ore serali le porte del convento di San Salvatore, dove risiede la Custodia di Terra Santa: un episodio risalente al febbraio scorso, che ha suscitato più allarme degli altri, è stata la profanazione di una statua di Gesù nella Chiesa della Flagellazione da parte di un turista americano di origini ebraiche.

Oltre agli sputi e al vandalismo, la condotta ebraica nel luogo più sacro della cristianità è divenuta insostenibile anche a livello istituzionale, con un aumento della pressione fiscale senza precedenti da parte del consiglio comunale di Gerusalemme e i tentativi di espropriare i terreni alle chiese da parte dei privati.

Il patriarca greco-ortodosso Teofilo III in questi anni ha più volte tuonato contro il tentativo di “minare la presenza della comunità cristiana a Gerusalemme” da parte di “gruppi ben organizzati”: «Negli ultimi anni abbiamo assistito alla profanazione e al vandalismo di chiese e luoghi santi e riceviamo un numero crescente di segnalazioni da parte di sacerdoti e fedeli aggrediti e attaccati. Tali comportamenti sono in gran parte tollerati dalle autorità e restano impuniti», ha dichiarato recentemente al Guardian.

In particolare un’organizzazione di coloni, la Ateret Cohanim, dedita alla “redenzione fisica e spirituale” di Gerusalemme, utilizzerebbe dei prestanome per perpetrare la sua campagna di colonizzazione economico-religiosa della Città Vecchia. In aggiunta, il consiglio comunale di Gerusalemme nel 2018 ha avanzato una richiesta di quasi 200 milioni di dollari alle chiese cristiane in tasse arretrate, una intimazione che ha portato alla clamorosa decisione (presa dai patriarchi greco-ortodosso e armeni in accordo col Custode di Terra Santa padre Patton) di chiudere la Chiesa del Santo Sepolcro per tre giorni, azione che ha portato alla temporanea sospensione del provvedimento.

Lo scorso giugno un giornalista israeliano, Yossi Eli, si è vestito da frate francescano per vedere se fosse vero quanto testimoniato dai religiosi cristiani: dopo soli cinque minuti aveva già ricevuto cinque sputi. Così ha commentato il suo servizio apparso su Reshit 13:

“La nostra indagine ha dimostrato che gli attacchi non provengono da malati mentali, ma da persone con le idee molto chiare e piene d’odio, alle quali è stato fatto il lavaggio del cervello sulla cattiveria di Gesù. Giovani estremisti, bambini e, purtroppo, soldati, esprimono il loro odio verso il cristianesimo. Pensate quale sarebbe stata la reazione di quegli ebrei se in Europa un cristiano avesse sputato loro addosso“.

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