Un rapporto dell’Europol rivela la capillarità dei narcotraffico nel Vecchio Continente: un mercato di trenta miliardi di euro, caratterizzato perlopiù da importaziooni di cocaina ed esportazioni di ecstasy e i cui principali “laboratori” e hub si localizzano nei Paesi Bassi.
L’Olanda infatti, oltre ad essere il maggior produttore di ecstasy del pianeta ospita anche la cosiddetta “Mocro Maffia”, una gigantesca organizzazione di magrebini a cui viene fatta tenere in pugno la criminalità di un intero continente.
Secondo gli eurocrati la “deriva sudamericana” è ormai una realtà di fatto per l’UE: Catherine De Bolle, direttrice dell’Europol, nella presentazione del rapporto ha persino fatto riferimento a “camere di tortura”, probabilmente richiamandosi a quanto rinvenuto nel 2020 in alcuni container nel porto di Rotterdam.
Un’altra caratteristica sconcertante del narcotraffico europeo è l’impiego di “bambini soldati”, che si ammazzano a colpi di coltello e kalashkinov per il controllo delle piazze di spaccio europee, oppure vengono impiegati per bassa manodopera (come spostare la droga dai porti alle basi): “Famiglie intere campano delle attività di questi giovani”, ha dichiarato la De Bolle, con chiaro riferimento alle famigerate “seconde generazioni”.
La risposta europea è naturalmente quella di offrire le soluzioni più ridicole e disonorevoli che si possano trovare, per esempio legalizzare tutte le droghe. Anche chi fa la voce grossa, come la destra olandese, una volta al governo si trincera dietro l’alibi delle “mani legate”. La mafia marocchina nei Paesi bassi si è infatti resa protagonista di omicidi mirati contro giornalisti indigeni e dissidenti politici di Paesi islamici, oltre che assalti paraterroristici con controno di razzi e teste mozzate…
A livello governativo, tuttavia, non è stato preso alcun provvedimento. Ricordiamo le dichiarazioni di Geert Wilders del 2019 sugli olandesi “stufi della presenza dei marocchini”: «Questa mafia di Amsterdam non viene dalla Norvegia, viene dal Marocco. Non osate contraddirmi quando dico che i Paesi Bassi hanno un problema con i marocchini», ricevendo in tutta risposta attestati di anti-razzismo dal centro-destra allora al governo.
Le radici del problema sono profonde: si parla di una mafia magrebina che è riuscita a piantare le radici non solo tra la polizia doganale e gli sbirri di quartiere, ma persino in intere città (nel 2018 il comune di Borgerhout, in provincia di Anversa, aveva un’economia illegale superiore a quella regolare a causa dell’afflusso di fondi dallo spaccio) e addirittura interi partiti politici locali.
Se non altro il Belgio sembra intenzionato, almeno nelle zone a debita distanza da Bruxelles, ad adottare provvedimenti più sanamente “repressivi”: il fulcro della degenerazione resta dunque l’Olanda, la buonista, scanzonata, liberale e stupida Olanda. Dai servizi segreti sono giunte in questi anni diverse informative che descrivono i mafiosi magrebini come sicari al soldo di Teheran per l’eliminazione dei dissidenti iraniani nei Paesi Bassi: al filosionista Geert Wilders sarebbe dunque offerta su un piatto d’argento l’occasione di provvedere a espulsioni di massa per il bene della sua nazione più amata, Israele. Eppure è quasi scontato che non verrà fatto alcunché, nemmeno nel momento in cui sulla breve distanza l’interesse di Tel Aviv coinciderebbe con quello di Bruxelles. Facciamoci qualche domanda anche su questo.
Ti sei domandato chi gestisca i laboratori che producono ecstasy? Fuochino: sono levantini ma non musulmani.