Lo scrittore francese Alain Soral condannato a due mesi di carcere per aver definito una giornalista “grassona lesbica”

Alain Soral, saggista franco-svizzero considerato di “estrema destra”, è stato condannato in seconda istanza da un tribunale cantonale svizzero a due mesi di carcere per discriminazione e incitamento all’odio dopo aver fatto dei commenti sull’aspetto di una giornalista del quotidiano La Tribune de Genève, Catherine Macherel, che aveva scritto un articolo contro di lui.

In particolare Soral, in un video pubblicato sul sito della sua associazione Egalité et Réconciliation, aveva definito la giornalista grosse lesbienne. Nel dicembre 2022 era stato riconosciuto colpevole solo di diffamazione e multato: a chiedere l’aggiunta dei reati di discriminazione e incitamento all’odio è stato direttamente il Ministero della Giustizia elvetico, in base alle nuove regole riguardanti l’ampliamento della legge antidiscriminazione approvate con un referendum nel 2020.

Esultano le associazioni LGBTQ e i sindacati dei giornalisti. Breizh-info nota invece, tra le tante contraddizioni, che “da un lato, la sinistra manifesta affinché le persone non vadano in prigione, e talvolta invoca anche l’abolizione delle carceri; d’altro canto, accoglie con favore il fatto che le autorità decidano di incarcerare individui per reati di opinione“.

A difendere Soral, o per meglio dire la libertà di parola del giornalista, è intervenuto niente di meno che Elon Musk, il quale su X ha scritto che “ciò che Soral ha affermato è certamente scortese, ma è giusto trasformarlo in un crimine?”.

Soral non è nuovo a questo tipo di condanne: alla fine del 2020, per esempio, si era visto appioppare una multa di 130mila euro per aver pubblicato un volume di Léon Bloy che in Italia è tranquillamente presente in tutte le librerie in edizione Adelphi.

Casa editrice francese condannata a 130mila euro di multa per aver pubblicato un “classico” Adelphi

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