Serbia Strong (o Remove Kebab) è il nome con cui tributo turbofolk al leader dei serbo-bosniaci Radovan Karadžić si è trasformato in un meme. Il video, che ritrae quattro soldati dell’esercito serbo-bosniaco, secondo il cantante Željko Grmuša sarebbe stato girato nei pressi della città di Knin nel 1993.
Il fisarmonicista, divenuto icona memetica, è stato identificato in Novislav Đajić, condannato in Germania a una pena di 5 anni per crimini di guerra e a quanto pare deceduto in Montenegro nel 2018. Anche il regista del video, Nikola Jorgic, è stato condannato all’ergastolo in Germania ed è morto in prigione nel 2014.
Il video è stato più volte cancellato da Youtube, in particolare da quando il terrorista di estrema destra Brenton Tarrant nel 2019 fece una strage in una moschea neozelandese utilizzando il canto cetnico come “colonna sonora” dell’attentato. In quell’occasione venne anche censurato un importante canale della piattaforma, Kocayine, nonostante avesse pubblicato messaggi di cordoglio per le vittime della strage:
«Questa canzone non giustifica l’uccisione di persone innocenti, ma è stata realizzata durante la caotica guerra civile dell’ex Jugoslavia al solo scopo di sollevare il morale dei serbi di Bosnia e Croazia durante la guerra civile degli anni ’90, con riferimenti agli Ustaša croati, che non più di mezzo secolo prima avevano commesso orribili crimini contro il popolo serbo, in collaborazione con i loro alleati musulmani. Mi rattrista che sia finita tra le preferenze musicali di una persona malata e perversa. Centinaia di canzoni simili in tempo di guerra sono state realizzate da ambo le parti e questa non è niente di speciale. Questo canale ha una quantità uguale di video realizzati da musulmani e da serbi, con l’obiettivo principale di valorizzarli dal punto di vista storico».
Uno dei primi a dissociarsi dalla strumentalizzazione di Serbia Strong da parte del terrorista australiano fu proprio il “protagonista” del video diventato virale, il sunnominato Željko Grmuša, attualmente cantante per matrimoni nella nativa Plavno (in provincia di Knin, dove c’era la famigerata Krajina, ora croata ma nel 1991 al 99% di etnia serba) ,che il giorno dopo il massacro rilasciò un’intervista al portale serbo “Alo”, in primo luogo esprimendo tutto il suo sgomento:
«È terribile quanto accaduto in Nuova Zelanda, condanno nella maniera più netta questo gesta e offro le mie condoglianze per tutte quelle persone innocenti. Purtroppo il tizio aveva comunque intenzione di uccidere, indipendentemente dalle canzoni che stesse ascoltando»
E poi precisando che:
«La canzone fu registrata durante la guerra, nel 1993, ed era stata pensata a sostegno delle nostre truppe. Cantavamo e basta, non abbiamo mai ucciso. Ho visto tutte quelle stupidaggini su internet, come i cinesi che la cantano e roba del genere. Sì, io l’ho cantata e non mi vergogno di quella canzone, anche se ora è usata per infamare tutto il popolo serbo. Ma cosa può avere a che fare con l’attentato? Quello ha deciso di farlo da solo e potrebbe aver pure sentite un’altra versione, come quella cinese o un’altra ancora».
Ecco il testo della canzone con traslitterazione dal cirillico e traduzione in italiano:
Од Бихаћа до Петровца села
[Od Bihaća do Petrovtsa sela]
(Da Bihac al villaggio di Petrovca)
Cрпска земља нападнута цела
[Srpska zemlja napadnuta tsela]
(Tutta la patria serba è sotto attacco)
Караџићу води Србе своје
[Karadžiću vodi Srbe svoje]
(Karadžić guida i serbi tuoi )
нек се види, никог се не боје
[nek se vidi, nikog se ne boje]
(fagli vedere che non temono nessuno)
Ојта виде Хрватске усташе
[Ojta vide Hrvatske ustaše]
(Ma insorgono gli ustascia croati)
не дирајте ни огњиште наше
[ne dirajte ni ognjište naše]
(non toccate la nostra terra)
Караџићу води Србе своје
[Karadžiću vodi Srbe svoje]
(Karadžić guida i serbi tuoi )
нек се види, никог се не боје
[nek se vidi, nikog se ne boje]
(fagli vedere che non temono nessuno)
Из Крајине кренули су Вуци,
[Iz Krajine krenuli su Vutsi,]
(Dalla Krajina stanno arrivando i lupi)
чувајте се Усташе и Турци
[čuvajte se Ustaše i Turtsi]
(attenti a voi ustascia e turchi)
Караџићу води Србе своје
[Karadžiću vodi Srbe svoje]
(Karadžić guida i serbi tuoi )
нек се види, никог се не боје
[nek se vidi, nikog se ne boje]
(fagli vedere che non temono nessuno)
У одбрани свога српског рода,
[U odbrani svoga srpskog roda,]
(In difesa del popolo serbo,)
боримо се, драга нам слобода
[borimo se, draga nam sloboda]
(combattiamo per la nostra amata libertà)
Караџићу води Србе своје
[Karadžiću vodi Srbe svoje]
(Karadžić guida i serbi tuoi )
нек се види, никог се не боје
[nek se vidi, nikog se ne boje]
(fagli vedere che non temono nessuno)
Lasciamo il giudizio conclusivo, come al solito, all’intelligenza artificiale:
«La canzone “Serbia Strong / Karadžić, Lead Your Serbs!” di Željko Grmuša è un inno di unità e resilienza per il popolo serbo e il suo leader, Radovan Karadžić. Il testo evoca un appello all’azione per i serbi, affinché si battano per la loro terra contro le minacce degli ustascia e degli ottomani. La canzone celebra lo spirito di nazionalità e patriottismo e implora Karadžić di guidare il popolo serbo nella lotta per la libertà. Nel ritornello, il testo proclama: “Karadžiću, vodi Srbe svoje, vodi Srbe svoje/Nek se vidi, nikog se ne boje, nikog se ne boje”, che si traduce in “Karadžić, guida i tuoi serbi/che si veda, nessuno teme nessuno”. Si tratta di un messaggio di solidarietà e forza, che incoraggia i serbi a essere forti e a lottare per la loro libertà».
Mboh, io nel dubbio mi iscrivo a Pewdiepie.